Trova il lavoro che desideri: come diventare traduttori professionisti
Diventa traduttore freelance e ispirati al percorso di Valentina Lambrugo
Recentemente leggevo un post di un noto attore australiano in cui diceva se non siamo motivati dall’amore, prima o poi molleremo tutto e cercheremo delle alternative.
Oggi voglio parlarti della mia primissima storia d’amore e di come l’ho trasformata nel lavoro dei miei sogni.
Il tutto ha inizio durante la prima lezione di francese delle medie. Cupido era probabilmente nascosto da qualche parte, perché tra me e il francese è stato un vero e proprio colpo di fulmine. E, come ogni amore che si rispetti, più lo studiavo e più me ne innamoravo.
Questo amore ha segnato il mio ciclo di studi: liceo linguistico prima, laurea triennale in Mediazione linguistica e, da ultimo, laurea magistrale in Interpretariato e traduzione. Nel frattempo, ho avuto la fortuna di studiare e lavorare in Paesi francofoni. Contrariamente a tanti miei coetanei, non ho mai avuto dubbi: sapevo cosa volevo studiare e non avevo paura di intraprendere un percorso professionale un po’ “fuori dal coro”. Avevo un unico obiettivo: approfondire lo studio del francese in modo da padroneggiarlo il più possibile a livello madrelingua.
Fino alla laurea è andato tutto liscio; le vere difficoltà sono iniziate dopo. Forse non lo sai, ma la maggior parte dei traduttori lavora come libero professionista in regime di Partita Iva.
Il traduttore professionista freelance
Questi aspetti non mi hanno mai spaventata, ma le università italiane non formano i propri studenti in questo senso. Se si è fortunati, alcuni atenei offrono corsi di deontologia professionale (ossia le buone prassi di settore stabilite dalle principali associazioni di categoria, che in Italia sono AITI, ANITI e Assointerpreti.
Per cui, terminati gli studi nel 2014 ho aperto Partita Iva e iniziato a lavorare a tutti gli effetti.
Da allora, il mio percorso professionale è in costante evoluzione: si adatta al mercato e alle mie passioni (turismo ed elettronica). Da allora, ho maturato molta esperienza, in particolare lavorando per 3 anni presso una piccola agenzia di traduzioni italiana, ho creato una presenza aziendale online e lavorato anche come interprete, insegnante e guida turistica tra i fiordi norvegesi.
Ho prestato la mia voce a sindaci e filosofi, lavorato in fiere, ospedali e corsi aziendali, tradotto comunicati stampa e manuali tecnici. L’aspetto più importante però è che ho imparato a conoscere me stessa e i miei obiettivi personali.
Tralasciando i lati negativi, la Partita Iva mi rende libera di essere me stessa e di adattare il lavoro di conseguenza. Potremmo dire che sono riuscita a cucirmi un abito su misura e di questo ne vado fiera.
Tutto ciò però non sarebbe stato possibile se non mi fossi iscritta ad ANITI e AITI, due associazioni che mi hanno consentito di formarmi, ma soprattutto confrontarmi con altri colleghi e fare rete.
Da dove iniziare come traduttori freelance
Ma ora, bando alle ciance e veniamo a te: cosa serve per diventare traduttori professionisti?
In primis, la curiosità. Devi sapere che noi traduttori non finiamo mai di imparare; ogni giorno troviamo un nuovo termine o un detto mai sentito prima. Questo non ti deve scoraggiare, anzi, deve motivarti a migliorarti costantemente. Potremmo, quindi, dire che il nostro motto è “Sto ancora imparando”, come diceva Michelangelo a 87 anni d’età.
La formazione continua riveste un aspetto fondamentale per essere sempre aggiornato sul tuo settore di specializzazione, sulle norme vigenti e sugli strumenti tecnologici a disposizione.
Naturalmente, devi padroneggiare perfettamente le tue lingue di lavoro e, in particolare, la tua madrelingua madre. Purtroppo, nonostante la nostra bravura e gli anni di studio, sarà molto difficile riuscire a scrivere con la stessa naturalezza di un parlante nativo. Ecco perché i codici deontologici raccomandano di tradurre solo ed esclusivamente verso la propria madrelingua.
Anche la formazione accademica è un aspetto da non sottovalutare. Da questo punto di vista, hai 2 opzioni: frequentare una scuola interpreti e traduttori (qui trovi gli atenei della rete EMT promossa dalla Commissione europea) e specializzarti dopo la laurea in una nicchia di mercato, oppure laurearti in tutt’altro (ad es. giurisprudenza) per poi seguire un master in traduzione per diventare traduttore nel settore della tua laurea (es. legale). L’importante è seguire un corso di traduzione per imparare le tecniche di traduzione e ricerca terminologica da un professionista.
Eccezion fatta per i traduttori editoriali, è fondamentale saper usare i CAT tool. Sono dei software di traduzione assistita (es. SDL Trados Studio, MemSource) che agevolano il lavoro del traduttore, grazie alla possibilità di importare glossari terminologici e memorie di traduzione. Sono essenziali per lavorare in ambito tecnico.
I consigli di Valentina Lambrugo
E se dovessi avere tutte le carte in regola, ma non riuscissi a trovare lavoro per mancanza di esperienza?
In questo caso, ti consiglio di cercare una Onlus che si occupa attivamente di un tema che ti sta a cuore e chiedere di poter collaborare come traduttore volontario. Non è un incarico retribuito, è vero, ma potrai fare esperienza, mettere da parte del materiale per un eventuale portfolio (previa autorizzazione della Onlus!), capire se questo mestiere fa per te o se una nicchia di mercato ti piace oppure no. Un esempio è Translators without Borders, che si occupa di fornire servizi di traduzioni a organizzazioni no profit umanitarie. Sono certa che saranno felicissimi di averti a bordo!
Da qui è tutto!
Come contattare Valentina Lambrugo
Se dovessi avere dubbi o domande sul meraviglioso mondo della traduzione, non esitare a contattarmi!
Mi trovi qui:
https://www.horizon-translations.com/
https://www.linkedin.com/in/valentina-lambrugo/
Prima di lasciarti ci tengo a consigliarti un paio di letture con una nota personale.
Nei mesi estivi, collaboro come guida turistica tra i fiordi norvegesi, mostrando le meraviglie della natura e raccontando aneddoti in inglese, francese, spagnolo e italiano.
Se non mi trovate davanti a un pc o a bordo di un bus, starò probabilmente viaggiando, sorseggiando una birra belga, facendo aquagym a ritmo di musica o studiando una nuova lingua.
Il mio sogno nel cassetto? Stupirmi con gli occhi di un bambino, esplorando terre incontaminate alla scoperta di nuove culture.
Grazie infinite a Claudia Campisi per questa opportunità!
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