Situazioni imbarazzanti in ospedale
Quando le avances diventano molestie? 3 storie ambientate in ospedale
L’ospedale, oltre che essere un luogo di cura, è anche un luogo di lavoro che a volte può essere teatro di vari approcci (se non anche vere e proprie molestie).
Basterebbe richiamare alla memoria i numerosi fatti di cronaca come anche, in modo più leggero, ricordare le più celebri rappresentazioni sul piccolo e grande schermo di episodi simili avvenuti nel contesto ospedaliero.
Le storie dei nostri lettori sulle disavventure di chi lavora in ospedale
Questo mese vi proponiamo tre testimonianze ricevute che vedono come protagonista questo luogo:
1) Io infermiera, lui paziente. Avevo la coda di capelli, ha commentato: “Comoda, si può tirare in certi situazioni”. Era molto malato quindi ho lasciato perdere, ma che fastidio.
2) Assistevo un medico molto oltre la mezza età che faceva un’ecografia. Dal nulla mi chiede se sono single e se voglio andare a vivere con lui per passare un tot di anni nell’agio in cui la sua situazione economica mi avrebbe messa. Inoltre specifica di essere ancora fisicamente messo bene. Imbarazzo totale. Da lì in poi l’ho evitato come la peste.
3) Io con la divisa blu da chirurgo, lui anziano ricoverato: “Vorrei che tu fossi la mia puffetta”. Sempre lui, con le gambe gonfie: “Vuoi vedere il mio grande Puffo?”. Non ci ho dato molto peso perché aveva un principio di demenza, ma vi giuro che di situazioni del genere ne capitano a iosa.
Situazioni abbastanza paradossali che si verificano molto più spesso di quanto si possa immaginare.
Se anche voi siete stati testimoni di approcci discutibili in ospedale, fatecelo sapere!
L’appuntamento con Al lavoro? Vabbè. Mi sono fatta di peggio è sempre per il secondo lunedì del mese con una nuova storia da condividere e su cui poterci confrontare.
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