Recensione Tolo Tolo di Checco Zalone

Recensione Tolo Tolo di Checco Zalone

Riso amaro

Perché recensisco questo film?
Credo sia importante e utile confrontarsi non solo su quello che ci soddisfa in pieno ma anche su ciò che talvolta ci lascia perplessi, interdetti come è stato per me nel caso di Tolo Tolo di Checco Zalone.
A distanza di un paio di giorni dalla visione del film mi chiedo se ho compreso o meno il messaggio dell’autore.
Ti racconto brevemente la trama prima di condividere con te l’esperienza e le sensazioni provate durante e dopo la sua visione.

Trama Tolo Tolo

La storia proposta in questa pellicola racconta le disavventure di un uomo, Luca Medici, che sogna e che prova in modo maldestro e sconsiderato ad avviare un’attività imprenditoriale.
Giunto al fallimento e al conseguente tracollo economico, il protagonista, pieno di debiti e inseguito dai creditori, impossibilitato e in fondo anche non intenzionato a pagare quanto dovuto, decide di lasciare l’Italia.
Da qui la partenza per l’Africa per un lavoro da cameriere all’interno di un villaggio turistico. Poche battute introduttive prima che la sceneggiatura viri nella direzione principale.
A seguito di un attacco delle milizie locali inizia il viaggio del protagonista insieme a quelli che saranno gli altri personaggi principali: Oumar l’ex collega che sogna di studiare in Italia per diventare un grande regista, Idjaba una donna di grande coraggio che vuole condurre dal padre suo figlio Doudou.

La storia proposta in questa pellicola racconta le disavventure di un uomo, Luca Medici, che sogna e che prova in modo maldestro e sconsiderato di avviare un’attività imprenditoriale.
Giunto al fallimento e al conseguente tracollo economico, il protagonista, pieno di debiti e inseguito dai creditori, impossibilitato e in fondo anche non intenzionato a pagare quanto dovuto, decide di lasciare l’Italia.
Da qui la partenza per l’Africa per un lavoro da cameriere all’interno di un villaggio turistico. Poche battute introduttive prima che la sceneggiatura viri nella direzione principale.
A seguito di un attacco delle milizie locali inizia il viaggio del protagonista insieme a quelli che saranno gli altri personaggi principali: Oumar l’ex collega che sogna di studiare in Italia per diventare un grande regista, Idjaba una donna di grande coraggio che vuole condurre dal padre suo figlio Doudou.

La storia si sviluppa in modo lento. Le battute strappano sorrisi a denti stretti e per quanto mi riguarda neanche così frequentemente.
La pellicola ricostruisce il percorso che il protagonista fa a fianco dei migranti determinati ad entrare in Italia.
Molti dei passaggi mostrati, come i lunghi ed estenuanti viaggi a piedi o con mezzi di fortuna, le condizioni di assoluta precarietà delle persone pronte ad affrontare la morte nella speranza di una vita più dignitosa, sono stati proposti in modo realistico ma a tratti superficiale.
Quel che non ho apprezzato affatto é il tono e un umorismo poco adeguato alla storia proposta nella sua drammaticità. Un equilibrio che non ho percepito nella maggior parte della narrazione.

Il protagonista

Come nei precedenti film il personaggio interpretato da Checco Zalone non eccelle per correttezza ed etica ma in fondo rimane comunque un “buono”.
La continua oscillazione tra atteggiamenti positivi, improntati all’umanità e contenuti spesso al limite, ha contribuito a disattendere le mie aspettative.
Cosa pensa veramente il personaggio? Ancora non trovo risposta a questa domanda. Non mi stupisce che sia una sensazione ricercata e voluta dall’autore.
Il finale per me é stato da amaro in bocca, a tratti paradossale.
Non intendo scendere nei dettagli. Sarebbe indubbiamente interessante confrontarsi con chi come me ha già visto il film.

Il vero protagonista

Il personaggio che ho più apprezzato è Doudou, il bambino migrante.
Innocente, generoso, coraggioso, sfortunato perché per lui nulla é scontato o a portata di mano. Le scene più belle ed emozionanti, a mio avviso, sono legate a lui.

Il personaggio che ho più apprezzato è Doudou, il bambino migrante.
Innocente, generoso, coraggioso, sfortunato perché per lui nulla é scontato o a portata di mano. Le scene più belle ed emozionanti, a mio avviso, sono legate a lui.

Riflessioni conclusive

Non intendo spoilerare più del necessario perché voglio che tu lo veda ma voglio spiegarti in cosa ho sentito disattese le mie aspettative:
– una trama impegnativa caratterizzata da risvolti sociali, politici, umani che stenta a decollare, un ritmo decisamente lento;
– un personaggio con il quale si fa fatica ad identificarsi;
– battute ai limiti, poi é chiaro che dipende dalla personale sensibilità anche rispetto ai temi trattati;
– il trailer e la colonna sonora sono poco in linea allo svolgimento del film.

Ci tengo a sottolineare che non é la sensibilità politica o l’aderenza a determinati ideali che ha suscitato la mia delusione ma la qualità del prodotto editoriale che ha ispirato la pellicola e la mancanza di una posizione chiara sul tema dei migranti.

Buona Visione!

Circa l'autore

Claudia Campisi

Claudia, 40 anni. Psicologa, Career Coach & Hr specializzata nei settori Moda & ICT. Inevitabilmente Blogger, appassionata di lettura e alla costante ricerca di nuovi tools digitali da provare e condividere…meglio se a costo zero. Mamma, autrice e nomade digitale. Il mio motto non può che essere Smile is Chic!

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