
Recensione libro Le otto montagne

Una storia di amicizia tra gli splendidi paesaggi di una montagna incantata
Le otto montagne è di Paolo Cognetti, un autore molto talentuoso, che si distingue per una prosa molto semplice ma allo stesso tempo elegante. E’ essenziale, usa le parole nei tempi e nei modi corretti. Non ci sono mai dei fronzoli o delle parti in cui sembra che l’autore divaghi. E’ preciso nella sua struttura e allo stesso tempo fluido.
Il romanzo narra di un’amicizia che dura trent’anni, dall’infanzia fino all’età adulta con la differenza però che i veri protagonisti di questo libro non sono i due ragazzi ma il paesaggio o meglio la montagna. L’Autore ha un approccio naturalistico, realista ma non mancano certi momenti in cui si sfiora la metafora quando la vita e le sue conseguenze hanno un significato forte. Non c’è surrealismo ma la vita che scorre nel paesaggio assume un migliaio di sfumature e significati.
Il romanzo narra di un’amicizia che dura trent’anni, dall’infanzia fino all’età adulta con la differenza però che i veri protagonisti di questo libro non sono i due ragazzi ma il paesaggio o meglio la montagna. L’Autore ha un approccio naturalistico, realista ma non mancano certi momenti in cui si sfiora la metafora quando la vita e le sue conseguenze hanno un significato forte. Non c’è surrealismo ma la vita che scorre nel paesaggio assume un migliaio di sfumature e significati.
Breve trama Le otto montagne
Pietro è un ragazzino di città. La madre lavora in un consultorio di periferia, farsi carico degli altri è il suo talento. Il padre è un chimico, un solitario, e torna a casa ogni sera carico di rabbia. Ma sono uniti da una passione comune: in montagna si sono conosciuti, innamorati, si sono addirittura sposati ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo.
La montagna li ha uniti da sempre, anche nella tragedia, e l’orizzonte lineare di Milano li riempie ora di rimpianto e nostalgia. Quando scoprono il paesino di Graines sentono di aver trovato il posto giusto: Pietro trascorrerà tutte le estati in quella Val d’Ayas “chiusa a monte da creste grigio ferro e a valle da una rupe che ne ostacola l’accesso” ma attraversata da un torrente che lo incanta dal primo momento.

La montagna li ha uniti da sempre, anche nella tragedia, e l’orizzonte lineare di Milano li riempie ora di rimpianto e nostalgia. Quando scoprono il paesino di Graines sentono di aver trovato il posto giusto: Pietro trascorrerà tutte le estati in quella Val d’Ayas “chiusa a monte da creste grigio ferro e a valle da una rupe che ne ostacola l’accesso” ma attraversata da un torrente che lo incanta dal primo momento.

E lì, ad aspettarlo, c’è Bruno, capelli biondo canapa e collo bruciato dal sole: ha la sua stessa età ma si occupa del pascolo delle vacche. Sono estati di esplorazioni e scoperte, tra le case abbandonate, il mulino e i sentieri più aspri. Sono gli anni in cui Pietro inizia a camminare con suo padre, “la cosa più simile a un’educazione che io abbia ricevuto da lui”. La montagna è un sapere, un modo di respirare, il suo vero lascito: “Eccola lì, la mia eredità: una parete di roccia, neve, un mucchio di sassi squadrati, un pino”.

Paolo Cognetti esordisce nel romanzo con un libro sui rapporti che possono essere accidentati ma granitici, sulla possibilità di imparare e sulla ricerca del nostro posto nel mondo.
C’è anche una certa dimensione, quasi sacrale sin dal titolo “le otto montagne”, che fa riferimento ad un passo specifico del libro in cui si parla di un viaggio e le otto montagne fanno riferimento a un mandala e quindi una realtà più che sacrale. L’aspetto rilevante è la comunicazione tra l’uomo e la montagna che avviene attraverso i modi di vivere. E’ l’uomo che comunica con la montagna attraverso il proprio corpo e i propri passi. Gli scontri, incontri tra questi due modi di vivere.
Perchè Le otto montagne è un libro da leggere
Al di là dei termini tecnici o comunque delle descrizioni molto dettagliate e precise degli ambienti montanari, è la capacità di far intendere al lettore la forza della montagna anche dal punto di vista decisionale. Verso la fine del romanzo troviamo una valanga innocua che dà l’impressione quasi come se la montagna stesse agendo creando un dialogo , che è oltretutto un grande tema di questo romanzo.

E’ un romanzo molto bello, affascinante e la cosa sorprendente è appunto il potere decisionale della montagna che agisce, comunica, fa riflettere e affascina con i suoi silenzi. Narrazione concisa e veloce, si tratta di una storia semplice, senza volgarità e violenze. Descrive un’ affettuosa amicizia durata tutta vita tra due ragazzi provenienti da diversi luoghi e diverse estrazioni sociali. I luoghi della vicenda vengono descritti in maniera a dir poco eccezionale: attraverso il personaggio di Pietro il lettore vive i colori, i profumi e la vita della montagna che fa da sfondo alla storia intera.

E’ un romanzo molto bello, affascinante e la cosa sorprendente è appunto il potere decisionale della montagna che agisce, comunica, fa riflettere e affascina con i suoi silenzi. Narrazione concisa e veloce, si tratta di una storia semplice, senza volgarità e violenze. Descrive un’ affettuosa amicizia durata tutta vita tra due ragazzi provenienti da diversi luoghi e diverse estrazioni sociali. I luoghi della vicenda vengono descritti in maniera a dir poco eccezionale: attraverso il personaggio di Pietro il lettore vive i colori, i profumi e la vita della montagna che fa da sfondo alla storia intera.
Questo romanzo è un inno a quel sentimento per cui abbiamo coniato il detto: ”Chi trova un amico trova un tesoro!”.
Chi non ha costruito nel tempo un rapporto speciale con un luogo e proprio tra quegli spazi ha instaurato delle relazioni.
Se chiudi gli occhi per un istante con la fantasia potrai quasi sentire un brivido sulla tua pelle e respirare un’aria di libertà intrisa dai profumi inconfondibili della montagna.
Ti aspetto nei commenti se ti va…
Buona lettura!
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