
Recensione libro La prima inchiesta di Maigret

Alla scoperta dei gialli: ennesimo capolavoro di Georges Simenon
La prima inchiesta di Maigret non è, in ordine cronologico, il primo romanzo di Georges Simenon con protagonista il celebre commissario di Polizia parigino. Si tratta infatti del trentesimo giallo di un lungo e fortunatissimo ciclo di ben settantacinque libri, scritti in un arco temporale compreso tra il 1930 e il 1972.

Come spesso accade, quando si è detto tutto -o quasi- di un personaggio ma si è troppo legati ad esso per lasciarlo andare, non è raro avvertire il bisogno di raccontarne aspetti sconosciuti e remoti; è quel che capita anche a Simenon che decide di svelare un’immagine inusuale del burbero commissario Maigret, presentandolo a noi lettori agli albori della sua carriera, singolarmente insicuro e tormentato ma sempre integerrimo e scrupolosissimo nell’eseguire il proprio dovere.
Breve trama La prima inchiesta di Maigret
Il giovane segretario di un piccolo commissariato di quartiere Jules Maigret si trova a verbalizzare la deposizione di un flautista che, dopo aver udito un colpo di pistola provenire dalla villa della nota famiglia di produttori di caffè Gendreau-Balthazar, sostiene che lì sia stato probabilmente commesso un omicidio.
L’inesperto Maigret porta avanti le sue indagini tra mille difficoltà, scontrandosi con la diffidente alterigia dei Balthazar, la cautela eccessivamente riguardosa del suo capo Le Bret, peraltro amico personale della ricca famiglia di industriali, la sospettosa inaffidabilità dei testimoni, riuscendo a dare prova di grandissimo zelo e coraggio, e anche a guadagnarsi la stima di superiori e colleghi. Riuscirà Maigret a risolvere il caso? L’assassinio è stato realmente commesso? E, soprattutto, da chi? Beh, non sta certo a me svelarlo, leggete questo appassionante romanzo e lo scoprirete!
Perchè La prima inchiesta di Maigret è un libro da leggere
Ci sono alcuni personaggi letterari che occupano un posto speciale nel cuore del grande pubblico: il commissario Maigret, probabilmente anche grazie alle trasposizioni televisive, è uno di questi. Anche Andrea Camilleri non ha mai fatto mistero di essersi più volte ispirato al poliziotto parigino nel delineare alcuni tratti professionali e caratteriali del suo altrettanto celebre e amato commissario Montalbano, come l’abitudine a condurre le indagini in solitaria e l’amore per la buona tavola.

Però, come al solito, avrete capito che oltre a una buona lettura mi piace proporvi anche pagine inusuali e stimolanti: confrontarsi con un Maigret ancora “in fieri”, che assomiglia ma non troppo a quello che siamo abituati a frequentare, può accrescere ancora di più la nostra curiosità. Io, ad esempio, abituata a un commissario brontolone, laconico, molto sicuro di sè, sono rimasta piuttosto sorpresa nell’incontrare il timoroso e immaturo Jules, pieno di insicurezze ma già capace di dimostrare grandissimo fiuto per le indagini, lasciandosi guidare dal suo infallibile istinto e fornendoci un primo abbozzo di quello che in futuro diventerà il celeberrimo “metodo Maigret”, identificativo della sua maniera di condurre le inchieste.
L’intreccio poi, abilmente costruito da un autore smaliziato che ci fa intuire delle cose per poi svelarne delle altre, ci tiene compagnia anche quando non leggiamo mettendo in moto interrogativi e supposizioni; un romanzo a tutto tondo insomma, e non credo che noi appassionati di libri potremmo chiedere di meglio!
Commenti recenti