Recensione libro Io sono mio fratello
La commovente storia personale di Giorgio Panariello e della morte di suo fratello
“Io sono mio fratello” è il titolo del libro di Giorgio Panariello. Il popolare attore, comico toscano, commuove raccontando se stesso e la drammatica storia del fratello, Franco, morto per overdose. “E’ stato lasciato sul lungomare come un materasso”.
Ho ascoltato le sue parole in occasione di monologhi e interviste, ma il libro è sicuramente tutta un’altra cosa.
Un libro che propone un ampio spettro di emozioni: rabbia, impotenza, tenerezza, dolore.
Ti aspetto nei commenti come sempre se ti va.
L’Autore pensa che la fortuna di nascere un anno prima gli abbia offerto l’opportunità e la possibilità di ricevere attenzioni, affetto e un “senso di famiglia” che suo fratello non ha ricevuto. Lo “smarrimento” e la “solitudine” hanno spinto Franco a percorre una strada sbagliata. La corsa continua, il desiderio di essere amato e “riconosciuto”, lo hanno portato a sentirsi spesso di troppo, nella vita, portandolo ad affidarsi a persone sbagliate. I due fratelli, come si evidenzia nel testo, hanno vissuto due vite parallele, rincorrendosi e senza mai incontrarsi, fatte di incomprensioni, amarezze ma anche gioie e soddisfazioni.
L’Autore pensa che la fortuna di nascere un anno prima gli abbia offerto l’opportunità e la possibilità di ricevere attenzioni, affetto e un “senso di famiglia” che suo fratello non ha ricevuto. Lo “smarrimento” e la “solitudine” hanno spinto Franco a percorre una strada sbagliata. La corsa continua, il desiderio di essere amato e “riconosciuto”, lo hanno portato a sentirsi spesso di troppo, nella vita, portandolo ad affidarsi a persone sbagliate. I due fratelli, come si evidenzia nel testo, hanno vissuto due vite parallele, rincorrendosi e senza mai incontrarsi, fatte di incomprensioni, amarezze ma anche gioie e soddisfazioni.
Uno scrigno che ha custodito fin qui ricordi, frammenti lontani. Panariello scrive della sua vita fatta di momenti belli e brutti cercando di non essere autobiografico, drammatico e nemmeno scherzarci troppo. Si tratta di ricordi scritti con il cuore e veramente vissuti. Parte da un senso di colpa che si porta dietro da molto tempo, quello di essere nato un anno prima del fratello Franco. Giorgio “lasciato” dalla madre e non avendo conosciuto suo padre, fu adottato dai nonni, i quali già genitori di cinque figli e con scarse possibilità economiche, non potettero “accudire” anche suo fratello. Franco quindi fu lasciato in un collegio dalle suore dove visse la sua infanzia.
Breve trama Io sono mio fratello
Questi sono alcuni passaggi.
“È lui? Nei film gialli, l’ispettore di polizia lo domanda subito dopo aver sollevato il telo e mostrato il viso della vittima. Invece all’obitorio nessuno me lo chiese. La risposta era nella carezza che gli passai sul viso, finalmente in pace, o nel bacio che gli appoggiai sulla fronte. Franchino, mio fratello, era un’anima buona, tutto il male che aveva fatto lo aveva fatto a sé stesso. Lo avevano ritrovato buttato come un animale, anzi con meno dignità, come un sacco di rifiuti tra le piante del lungomare di Viareggio. Non ero pronto, non mi ero preparato. Era Natale, porca miseria, a Natale non possono accadere cose simili.”
“Mio fratello Franco non è morto di overdose ma perché è stato lasciato dagli amici sul lungomare di Viareggio come un materasso e se n’è andato per ipotermia, ha raccontato Giorgio. Volevo raccontare la storia di un ragazzo, la sua sfortuna come l’ho avuta io. Nel corso della mia vita ho avuto la sua stessa disperazione ed anch’io ho rischiato di cadere nella trappola degli stupefacenti. Mi son fermato in tempo”.
“Tutti avevano un aneddoto su di lui, perché Franco era divertente nel suo essere fuori di testa, un equilibrista che camminava su un filo sospeso tra la consapevolezza e l’incoscienza. Ognuno ha il suo Franco personale, io racconterò il mio…”
Giorgio Panariello custodisce una storia. Lui e il suo fratello minore sono stati entrambi abbandonati dalla madre subito dopo la nascita. Giorgio viene affidato ai nonni materni, Franco invece finisce in un istituto. Mentre Giorgio cresce e diventa uno degli uomini di spettacolo più amati d’Italia, Franco cade nella tossicodipendenza. Fino alla tragica fine. In questo libro per la prima volta Panariello ha deciso di raccontare il filo nascosto (la preoccupazione costante, il senso di colpa) che da sempre corre nella sua vita. Un libro straziante e dolcissimo, che grazie all’onestà e all’accuratezza dei sentimenti sa muovere le corde più profonde delle nostre emozioni.
Giorgio Panariello custodisce una storia. Lui e il suo fratello minore sono stati entrambi abbandonati dalla madre subito dopo la nascita. Giorgio viene affidato ai nonni materni, Franco invece finisce in un istituto. Mentre Giorgio cresce e diventa uno degli uomini di spettacolo più amati d’Italia, Franco cade nella tossicodipendenza. Fino alla tragica fine. In questo libro per la prima volta Panariello ha deciso di raccontare il filo nascosto (la preoccupazione costante, il senso di colpa) che da sempre corre nella sua vita. Un libro straziante e dolcissimo, che grazie all’onestà e all’accuratezza dei sentimenti sa muovere le corde più profonde delle nostre emozioni.
Perchè Io sono mio fratello è un libro da leggere
La ricostruzione di una storia familiare struggente, emozionante e commovente. Questo libro è il gesto d’amore di Panariello che fa conoscere suo fratello, gli dà la dignità e il riscatto che merita. È stata una rivelazione alla quale l’unica risposta è l’amore, come fraternità ed universalità, priva di rimpianti e sensi di colpa. La storia raccontata nel libro lascerà un segno nel cuore dei lettori.
La ricostruzione di una storia familiare struggente, emozionante e commovente. Questo libro è il gesto d’amore di Panariello che fa conoscere suo fratello, gli dà la dignità e il riscatto che merita. È stata una rivelazione alla quale l’unica risposta è l’amore, come fraternità ed universalità, priva di rimpianti e sensi di colpa. La storia raccontata nel libro lascerà un segno nel cuore dei lettori.
L’artista riesce a raccontare, senza sdolcinature, questo dramma della sua vita in maniera molto dignitosa e composta. Credo che non sia stato per nulla semplice ammettere e raccontare tutta la verità, anche quella scomoda.
Intensa testimonianza, con la quale ha voluto generosamente condividere la sua storia, difficile, complessa, travagliata e drammatica.
Il tema latente, che fa da sfondo nella storia familiare, è quello della tossicodipendenza.
Un tabù per molti che richiede coraggio e fermezza.
Ti auguro una buona lettura!
Se ti va ti aspetto come sempre nei commenti.
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