Recensione libro Il colibrì di Sandro Veronesi
Il romanzo che ha vinto il Premio Strega edizione 2020
A grande richiesta su Lavoro con Stile arriva la recensione del libro Il colibrì di Sandro Veronesi che si è aggiudicato il Premio Strega dell’edizione 2020.
Una lettura che mi ha appassionato fornendomi numerosi spunti di riflessione fin dalle prime battute.
Ti racconterò brevemente della trama fornendoti una fotografia del personaggio principale.
Leggilo se:
- ami i romanzi caratterizzati da un forte scavo psicologico;
- apprezzi le narrazioni che orbitano attorno a una storia familiare;
- credi nel potere della resilienza;
- non hai paura della morte e sei pronto a scoprirne le sfumature;
- accetti con riguardo le scelte letterarie dell’Autore.
Te lo consiglio?
Sì perché è un’opera contemporanea capace di descrivere in modo magistrale i conflitti e le sfide dell’uomo di tutti giorni immerso in un ciclo di vita fatto di:
- relazioni;
- traguardi;
- fallimenti;
- lutti;
- tradimenti;
- malattia;
- eutanasia.
Sei pronto ad emozionarti?
Ti aspetto, allora, tra le pagine de Il colibrì e nei commenti.
La trama
Il romanzo racconta della vita del protagonista Marco Carrera un oculista, sposato e padre di una bambina.
L’evento scatenante che contribuirà agli sviluppi della trama sarà una rivelazione alquanto sconcertante appresa dal terapeuta della moglie.
Un matrimonio giunto al capolinea e con un epilogo drammatico.
Mi sono chiesta più volte perché affidare proprio a questa figura il ruolo di messaggero.
La parola chiave con cui potrei riassumere il file rouge dell’opera è resilienza o meglio resistenza.
Marco sarà costantemente alle prese con disavventure amorose, lutti, ferite che squarciano l’anima e il corpo.
La prima parte del libro è sicuramente più scorrevole ed è proprio tra queste prime pagine che ti innamorerai di lui e della sua capacità di:
- andare avanti;
- non smettere di credere nel prossimo;
- avere fiducia;
- contegno e dignità personale.
Cosa, invece, gli rimprovero? Di non essersi vissuto appieno la relazione con il suo amore, tormento, rimpianto di sempre, Luisa Lattes.
Si fa presto a calarsi nella situazione grazie alla quantità e qualità di dettagli che ti trascinano letteralmente nel susseguirsi di eventi e stati emotivi.
L’Autore ti guida sapientemente in un viaggio esistenziale costellato di flash back, messaggi, ricordi, dubbi e rimpianti.
In alcuni passaggi ho sentito il dolore di Marco.
Ho apprezzato, nella loro intensità, ogni singola sfumatura del disagio e del dolore descritta.
Veronesi propone dei temi forti: il lutto, il suicidio, il tradimento, l’ossessione per un amore impossibile, il cancro, la scelta estrema di porre fine alla vita.
Il colibrì
Il colibrì è un uccello con straordinarie capacità di equilibrio in grado di volare anche all’indietro e risalire dalle correnti d’aria. Tenace e resistente malgrado l’esile conformazione fisica. L’aspetto, talvolta, può ingannare.
Nel libro, colibrì è il soprannome del protagonista Marco Carrera.
Da bambino fu affetto da una carenza dell’ormone della crescita e per tale ragione si presentava più piccolo e minuto rispetto ai coetanei.
Negli anni sono le caratteristiche, legate alle risorse ed energie personali nell’affrontare sventure e dolori, a fargli valere l’appellativo di colibrì.
Il messaggio più bello che è possibile ricavare è che nella vita malgrado tutto non bisogna lasciarsi andare.
Avere fiducia nel prossimo potrà sembrare anacronistico ma è una lente speciale per leggere le relazioni e la vita.
Il personaggio di Sandro Veronesi è un uomo alle prese con gli alti e bassi di un’esistenza segnata in maniera significativa dalle ferite del corpo e dalla morte.
Cosa dire sul finale?
Probabilmente non era quello che mi aspettavo ma credo offra ulteriori spunti di riflessione su un tema, l’eutanasia, di estrema attualità quanto controverso.
Ho trovato ogni scena del capitolo ben studiata e descritta.
Confesso di essermi commossa, ma la cosa più importante per me è sentire una sensazione di pace e completezza al termine del libro e qui l’ho provata tutta.
Pronto a scrivermi nei commenti se pensi di leggerlo o a dirmi la tua, se come me, sei già alla fine di questo viaggio?
Buona lettura!
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