Recensione libro Ciò che inferno non è

Recensione libro Ciò che inferno non è

Padre Pino Puglisi e il suo impegno sociale a Brancaccio

Su Lavoro con Stile si parla di lavoro, attualità, crescita personale e si leggono libri. Non ci sono più limiti di genere perchè ogni Autore con il suo messaggio può lasciarti tanto ed aiutare a trovare le risposte che cerchi.

Nel romanzo viene descritta un’estate che sembrerebbe immobile, ma che in realtà è in continuo movimento essendo anche animata dalla figura di padre Pino Puglisi, noto soprattutto per il suo grande impegno evangelico e anche sociale. Il prete è stato ucciso all’età di 56 anni nel 1993 dinanzi al portone della sua abitazione. Si scoprì successivamente, che ad averlo ucciso fu uno degli uomini di Cosa Nostra, diventato poi un collaboratore di giustizia in seguito al suo arresto. La figura di padre Puglisi è talmente importante per la storia della Sicilia da essere stato beatificato nel maggio del 2013. 

Recensione-libro-Ciò-che-inferno-non-è-Alessandro-D'Avenia

Alessandro D’Avenia è uno scrittore, insegnante e sceneggiatore. Ha frequentato il Liceo Classico a Palermo, dove ha avuto come insegnante di Religione padre Pino Puglisi, dal quale sarà profondamente influenzato, e alla cui figura dedicherà il suo romanzo “Ciò che inferno non è”.  Ambientato a Palermo nell’estate del 1993 è stato pubblicato nel corso dell’anno 2014. Sono anni difficili per la Sicilia e per l’Italia in cui la mafia è molto presente e ha un forte potere, basta pensare che solo l’anno precedente nel ’92  si sono consumati gli attentati di Falcone e Borsellino. Uno dei protagonisti del libro è Federico, un adolescente liceale che ha appena terminato l’anno scolastico. Proviene da una famiglia borghese, vive in un quartiere tranquillo, elegante e molto noto di Palermo, quindi estraneo a certe dinamiche della sua città. 

L’intento del romanzo non è quello di denunciare o rendere protagonista il problema mafia, ma è proprio quello di uscirne, andare oltre e di prospettare qualcosa di positivo. In poche parole è più orientato alla positività e al superamento del problema, piuttosto che al problema stesso.

Breve trama Ciò che inferno non è

Federico ha diciassette anni e il cuore pieno di domande alle quali la vita non ha ancora risposto. La scuola è finita, l’estate gli si apre davanti come la sua città abbagliante e misteriosa, Palermo. Mentre si prepara a partire per una vacanza-studio a Oxford, Federico incontra “3P”, il prof di religione: lo chiamano così perché il suo nome è Padre Pino Puglisi, e lui non se la prende, sorride. 3P lancia al ragazzo l’invito a dargli una mano con i bambini del suo quartiere, prima della partenza.

Quando Federico attraversa il passaggio a livello che separa Brancaccio dal resto della città, ancora non sa che in quel preciso istante comincia la sua nuova vita. La sera torna a casa senza bici, con il labbro spaccato e la sensazione di avere scoperto una realtà totalmente estranea eppure che lo riguarda da vicino. È l’intrico dei vicoli controllati da uomini che portano soprannomi come il Cacciatore, ‘u Turco, Madre Natura, per i quali il solo comandamento da rispettare è quello dettato da Cosa Nostra. Ma sono anche le strade abitate da Francesco, Maria, Dario, Serena, Totò e tanti altri che non rinunciano a sperare in una vita diversa… Con l’emozione del testimone e la potenza dello scrittore, Alessandro D’Avenia narra una lunga estate in cui tutto sembra immobile eppure tutto si sta trasformando, e ridà vita a un uomo straordinario, che in queste pagine dialoga insieme a noi con la sua voce pacata e mai arresa, con quel sorriso che non si spense nemmeno di fronte al suo assassino. 

Quando Federico attraversa il passaggio a livello che separa Brancaccio dal resto della città, ancora non sa che in quel preciso istante comincia la sua nuova vita. La sera torna a casa senza bici, con il labbro spaccato e la sensazione di avere scoperto una realtà totalmente estranea eppure che lo riguarda da vicino. È l’intrico dei vicoli controllati da uomini che portano soprannomi come il Cacciatore, ‘u Turco, Madre Natura, per i quali il solo comandamento da rispettare è quello dettato da Cosa Nostra. Ma sono anche le strade abitate da Francesco, Maria, Dario, Serena, Totò e tanti altri che non rinunciano a sperare in una vita diversa… Con l’emozione del testimone e la potenza dello scrittore, Alessandro D’Avenia narra una lunga estate in cui tutto sembra immobile eppure tutto si sta trasformando, e ridà vita a un uomo straordinario, che in queste pagine dialoga insieme a noi con la sua voce pacata e mai arresa, con quel sorriso che non si spense nemmeno di fronte al suo assassino.

“L’inferno mi si è attaccato addosso e l’ho portato dentro casa come un virus sconosciuto”. La figura dell’inferno assume quindi un grande valore nella narrazione, in cui è descritto come un posto concreto, che intrappola coloro che hanno la sfortuna di nascervi o malgrado all’interno, non lascia via di fuga se non un piccolo spiraglio, raggiungibile solo a fatica partendo dai piccoli gesti quotidiani. “Brancaccio” viene raccontato non come un quartiere, ma come un “mondo” a sé in cui le regole e i comportamenti sono altri, e guai a non rispettarli, a ribellarsi anche semplicemente facendo del bene. 

Perchè Ciò che inferno non è da leggere

Con il suo titolo l’Autore mette in luce la contrapposizione tra l’oppressione e le prepotenze. La figura nel romanzo che rappresenta la libertà ovvero la possibilità di riscatto è Padre Pino Puglisi. Uomo semplice, una delle tante persone che credono negli altri senza pregiudizio alcuno e che in forza di questo si “donano” gratuitamente. Si mostra apparentemente debole e fragile,  ma in realtà invincibile, anche nella morte che affronta con il “sorriso” sulle labbra. Lo scrittore riesce a delineare con serenità questo sacerdote che non voleva “convertire” gli altri ma educarli all’amore per il prossimo. 

Ciò-che-inferno-non-è

Un romanzo stupendo, commovente a dir poco,  ma soprattutto accattivante per la capacità di ripercorre tutta la vita sociale dei protagonisti. Scrittura fluida e molto piacevole, tematiche cariche emotivamente spiegate con semplicità. Riesce a raccontare un ritratto della giovinezza difficile del quartiere di “Brancaccio”, della maturazione su una linea di confine, tra educazione all’omertà e alle piccole violenze e una speranza che prova ad affiorare da dentro. Descrive un mondo duro, pericoloso che purtroppo tutt’ oggi molti giovani devono vivere e affrontare. Una storia emozionante e “vera” capace di toccare l’anima nel profondo. 

Ciò-che-inferno-non-è-Don-Pinp-Puglisi

L’Autore descrive la figura di Don Puglisi, martire dei nostri giorni, in un romanzo dove un po’ di fantasia si confonde alla realtà per dare voce alla cronaca violenta e alla speranza. Un libro che ti arricchisce di domande e ti permette di meditare su temi delicati ed attualissimi. D’Avenia ha scritto un vero e proprio capolavoro, interessante, attuale, educativo ed ottimamente narrato. Una storia forte e di vita reale. Non vi resta che scoprirlo, buona lettura!

Ciò-che-inferno-non-è-Don-Pinp-Puglisi

L’Autore descrive la figura di Don Puglisi, martire dei nostri giorni, in un romanzo dove un po’ di fantasia si confonde alla realtà per dare voce alla cronaca violenta e alla speranza. Un libro che ti arricchisce di domande e ti permette di meditare su temi delicati ed attualissimi. D’Avenia ha scritto un vero e proprio capolavoro, interessante, attuale, educativo ed ottimamente narrato. Una storia forte e di vita reale. Non vi resta che scoprirlo, buona lettura!

Ti aspetto nei commenti come sempre se ti va per continuare il confronto sul libro, l’Autore e le pagine più belle.

Circa l'autore

Claudia Campisi

Claudia, 40 anni. Psicologa, Career Coach & Hr specializzata nei settori Moda & ICT. Inevitabilmente Blogger, appassionata di lettura e alla costante ricerca di nuovi tools digitali da provare e condividere…meglio se a costo zero. Mamma, autrice e nomade digitale. Il mio motto non può che essere Smile is Chic!

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