Recensione film E noi come stronzi rimanemmo a guardare

Recensione film E noi come stronzi rimanemmo a guardare

Quale lavoro per gli over 40? Un film che denuncia un mercato del lavoro spietato, precario e sul piano delle relazioni umane tanta solitudine e indifferenza

Ci sono film che più di altri riescono ad agganciarmi sollecitando numerose riflessioni anche di carattere psicologico.

E noi come stronzi rimanemmo a guardare mi ha tenuto incollata già dai primi fotogrammi mantenendo alta la tensione fino all’ultima scena.

Un cast ridotto, se non addirittura cucito addosso al protagonista, ma soprattutto argomenti forti, talvolta esasperati, ma non poi così lontani dalla realtà, per ciò che riguarda la caratterizzazione di alcuni processi relazionali.

In questa recensione, dopo una breve trama, prenderò in considerazione quei temi che più di altri reputo utili per una riflessione condivisa e un confronto:

  • Cosa comporta perdere il proprio posto di lavoro se hai più di 40 anni?
  • Gli algoritmi influenzano realmente le nostre decisioni?
  • Che evoluzione avranno le relazioni umane?

Infine come è mia abitudine ti dirò perché, a mio avviso, è un film da vedere.

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Ecco il link per essere dei nostri.

 Breve Trama di E noi come stronzi rimanemmo a guardare

Fabio De Luigi è un artista delle emozioni, capace di rappresentare un ampio spettro di sfumature.

In questa storia lui interpreta Arturo Giammaresi un manager di successo orientato all’analisi dei processi e all’ottimizzazione dei costi delle sedi aziendali.

Dopo poche battute iniziali che rappresentano il protagonista felice, con una vita appagante e agiata, inserito socialmente ed in procinto di andare a vivere con la fidanzata ecco che un’App, o forse sarebbe meglio dire un algoritmo, cambierà profondamente il corso degli eventi.

Dapprima è l’App Happy lovers sulle affinità di coppia che decreterà la fine della sua relazione sentimentale e poi altri applicativi che per varie ragioni “controlleranno” la vita del protagonista.

L’evento che darà la prima svolta al film è la perdita del lavoro da parte di Arturo e le conseguenti difficoltà economiche che lo vedranno costretto a subaffittare la casa e ad accettare un impiego da runner.

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Un crescendo di scene forti, talvolta paradossali, che descrivono una società di persone sole, con contatti sociali mediati dalla tecnologia, “indirizzati” se non governati da un algoritmo che conosce esattamente bisogni, paure, fragilità.

Perché E noi come stronzi rimanemmo a guardare è un film da vedere

Ti consiglio di prenderti del tempo per vedere questo film perché ti farà riflettere in generale sul peso che le nostre azioni, o al contrario la nostra passività nel rimandare o non scegliere, possono avere prima e direttamente sulla nostra vita e su scala maggiore sulla società.

Ci sono in scena dei temi davvero forti:

  • Indifferenza, solitudine, incapacità di prendere una decisione, povertà relazionale;
  • Ruolo della tecnologia e degli algoritmi nella società e nel determinare le nostre scelte;
  • Qualità della vita e delle relazioni in un contesto digitale.

Per non parlare della caricatura ai danni del mercato del lavoro e delle figure HR che lo rappresentano.

Precariato, lavoratori senza tutele, miseria umana, controllo reputazionale discutibile.

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Come ti anticipavo, spesso si tratta di esasperazioni, ma prendiamoci un momento per rifletterci su con il dovuto distacco che ci è consentito con la visione di un buon film.

Ti lascio con alcune frasi o immagini che mi hanno segnato e colpito particolarmente.

Come la scena del licenziamento avvenuto con un riconoscimento facciale per entrare in ufficio che comunica NO ENTRY e ti impedisce di accedere alla tua postazione.

Il fotogramma, molto simile alla Scala di Penrose rappresentata dall’artista Escher, con i volti puntati addosso al protagonista di colleghi in silenzio, e forse ancor più doloroso vederli ripartire nell’indifferenza quotidiana.

E ancora le piattaforme di fantasia:

  • Trova manager.it
  • House of job
  • Jobinthecity

Che non accettano personale over 40 perché l’algoritmo non prevede questa opzione.

Con lo scambio telefonico, molto toccante:

Arturo: “Conterà un’esperienza ventennale o no?”

Operatrice: “Signore serve altro?”.

Sono altrettanto toccanti le storie di solitudine e d’amore descritte.

Se non hai visto il film non intendo spoilerare troppo!

Ti consiglio di vederlo e se ti va di tornare a commentarlo qui con noi.

Sei come sempre il benvenuto.

Circa l'autore

Claudia Campisi

Claudia, 40 anni. Psicologa, Career Coach & Hr specializzata nei settori Moda & ICT. Inevitabilmente Blogger, appassionata di lettura e alla costante ricerca di nuovi tools digitali da provare e condividere…meglio se a costo zero. Mamma, autrice e nomade digitale. Il mio motto non può che essere Smile is Chic!

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