Recensione film Come ti divento bella
Una commedia che affronta con ironia il tema dell’autostima a lavoro come nella vita di tutti i giorni
Chi mi segue e mi conosce sa che sono affascinata dal tema dell’autostima.
La considero la risorsa più importante per il proprio benessere non solo personale ma anche lavorativo.
Spesso i film, anche le commedie, riescono a farci riflettere con il giusto distacco, su temi, che affrontati diversamente, ci impegnerebbero sicuramente di più sul piano emotivo.
Proprio sulla scorta di questo ragionamento ho pensato di proporti una breve recensione meditata della commedia Come ti divento bella.
Quello su cui voglio farti riflettere è quanto possano essere limitanti alcuni pensieri giusti o sbagliati che siano.
Ti va di vederlo e riparlarne insieme?
Spero, intanto, che la mia recensione ti incuriosisca e poi se ti va come sempre ti aspetto nei commenti.
Breve trama di Come ti divento bella
Renèe, interpretata dall’attrice Amy Schumer, è una trentenne di New Work che conduce una vita normale.
Ha un lavoro, delle amiche e una routine di cui non è affatto soddisfatta.
L’aspetto che più la ossessiona è il proprio corpo.
È convinta che a causa di una fisicità lontana dai canoni proposti dal mondo patinato della moda le si siano chiuse le porte di una carriera di successo.
Renèe sogna di lavorare per la sua azienda, un brand di cosmetici di lusso, ma in un ruolo differente in cui poter essere apprezzata e riconosciuta.
La sua quotidianità sarà stravolta e trasformata grazie ad un incidente COMICO che avrà il potere di aprirle gli occhi sul suo valore e potenzialità. A tratti sembrerà presa da una straordinaria allucinazione: se stessa!
Da quel giorno la protagonista si propone al mondo con un piglio e una determinazione invidiabili.
La nuova ragazza ottiene il lavoro che sogna, l’uomo che desidera.
Cosa succederà quando riprenderà coscienza di essere sempre stata solo se stessa?
Perché dovresti vederlo
Devi vedere questo film per sorridere delle debolezze che in fondo appartengono a ognuno di noi.
Non solo a noi donne!
Perché dovremmo rinunciare ai nostri sogni, obiettivi, auto sabotandoci?
La protagonista ti guiderà con ironia nella quotidianità di una giovane donna alle prese con il bisogno di autorealizzazione professionale e personale.
In modo assolutamente leggero e paradossale.
Cosa la aiuta a ottenere il lavoro che merita e tanto desidera?
La capacità di comunicare e trasferire ai suoi interlocutori la consapevolezza del proprio valore!
Da psicologa e HR cerco sempre di evitare ai colloqui le domande troppo psy.
Non ci crederai ma preferisco lasciarle ai non addetti ai lavori, ma ce n’è una che adoro:
“Se ti assumessimo quale contributo pensi di poter portare alla nostra azienda”.
Riflettici anche tu. Qui dentro ci sono obiettivi, motivazione, consapevolezza.
Qual è il tuo plus…te lo sei mai chiesto?
Non lo andare a ricercare sul curriculum ma nella tua storia personale.
Ti aspetto nei commenti…su dai questo argomento è fighissimo 😉
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