Proroga stato di emergenza e smart working

Proroga stato di emergenza e smart working

Le novità sullo smart working che continua fino al prossimo 15 ottobre

Con la proroga dello stato di emergenza, annunciata questa settimana, è ufficiale il prosieguo della modalità di lavoro da remoto, denominata dai più, smart working.

Sul tema, infatti, negli ultimi mesi si sono creati più filoni di pensiero e fortunatamente anche di studio e approfondimento con gli obiettivi di:

  • normarne il funzionamento a livello nazionale ma con i dovuti distinguo (per settore, mansione, etc.);
  • valutarne efficacia;
  • fornire gli strumenti a aziende e dipendenti per una migliore integrazione all’interno di ciascuna realtà.

Gli adempimenti per il datore di lavoro dal 1° Agosto

Quali novità a riguardo?

L’obbligo per il datore di lavoro di comunicare, sul sito ministeriale cliclavoro.gov.it, di essere in possesso degli accordi individuali stipulati con i propri dipendenti.

Una procedura ancora una volta a tutela dei lavoratori e per favorire eventuali controlli da parte degli organi preposti.

Fino al 31 Luglio, era in vigore una modalità semplificata legata all’emergenza covid-19, volta a dare risposta immediata all’esigenza di regolare i rapporti di lavoro nella sua opzione agile.

Dal 1° Agosto sarà possibile, pertanto, procedere alle comunicazioni obbligatorie attraverso i modelli predisposti dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (vedi qui template in Excel).

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L’accordo individuale è sempre stato previsto e richiesto dalle regole ordinarie (legge 81/2017).

Permangono le condizioni caratteristiche del lavoro agile (normato dalla legge su citata) che intende una modalità lavorativa che non preveda precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro ma il solo limite della durata massima dell’orario di lavoro giornaliero e settimanale.

Sarà onere del datore di lavoro l’impegno di raccogliere e conservare gli accordi siglati con i propri dipendenti per esibirli al bisogno al Ministero, all’Inail e all’Ispettorato Nazionale del Lavoro per necessità istituzionali di monitoraggio e vigilanza.

La dichiarazione richiesta alle aziende è da considerarsi alla stregua di una autocertificazione in cui si dichiara di disporre di tutti i documenti relativi all’integrazione contrattuale per la specifica modalità di lavoro in regime di smart working.

Il processo di digitalizzazione ha favorito una gestione più snella di un processo amministrativo che altrimenti avrebbe comportato uno spostamento fisico considerevole di lavoratori e un dispendio anche di carte da non trascurare.

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Con il Decreto Rilancio, altresì, è stato riconosciuto il diritto allo smart working ai lavoratori con figli minori di 14 anni per tutta la durata dello stato d’emergenza.

In estrema sintesi i dipendenti hanno diritto a svolgere la prestazione di lavoro in modalità agile anche in assenza degli accordi individuali previsti dalla Legge 81/2017. La disposizione è applicabile, ovviamente, solo se nel nucleo familiare non c’è un altro genitore non lavoratore o beneficiario di strumenti di sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa.

Consigli bibliografici sullo Smart working

Chi vieta che lo smart working non possa proseguire e rappresentare una strategia di risposta alle rinnovate esigenze del mercato?

A riguardo se hai voglia di approfondire l’argomento ho i libri, editi dalla Franco Angeli, che potrebbero fare al caso tuo:

Continueremo a seguire e a parlare degli sviluppi!

Nel frattempo se ti va di dirmi la tua puoi farlo qui sotto nei commenti.

Se, invece, vuoi raccontare e condividere una best practice sul tema puoi scrivermi a redazione@lavoroconstile.it

Ti aspetto!

Circa l'autore

Claudia Campisi

Claudia, 40 anni. Psicologa, Career Coach & Hr specializzata nei settori Moda & ICT. Inevitabilmente Blogger, appassionata di lettura e alla costante ricerca di nuovi tools digitali da provare e condividere…meglio se a costo zero. Mamma, autrice e nomade digitale. Il mio motto non può che essere Smile is Chic!

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