Personal branding e autostima a lavoro
Autostima e immagine digitale: come comunichi il tuo valore sul web
L’autostima è l’ingrediente più importante per vivere bene con se stessi ma anche con gli altri.
Non è la prima volta che scrivo su questo tema perché lo ritengo centrale per il benessere e la qualità della vita personale e professionale di ognuno di noi.
Nello specifico però vorrei raccontarti di come l’autostima possa incidere sull’attività di personal branding.
Come trasferire all’Altro, a chi esplora i nostri canali di comunicazione online: chi sei per davvero?
Ti sei mai chiesto che relazione c’è tra personal branding e autostima?
Probabilmente penserai che si tratta di deformazione professionale ma in realtà tutto è iniziato quando anche io sono stata chiamata a mettermi in gioco sui social network.
Come te mi sono fatta tante domande e oggi ho deciso di condividere con te alcune riflessioni.
In questo articolo, infatti, ti parlerò di:
- autostima e consapevolezza, la loro relazione con il personal branding;
- come e quanto possa incidere l’autostima sulla tua immagine digitale;
- i disturbi legati all’autostima più diffusi sul web: le sindromi di Dunning Kruger e dell’Impostore.
Spero che questo argomento possa essere di tuo interesse.
Ti aspetto come sempre nei commenti per continuare il confronto insieme.
Autostima, consapevolezza e personal branding
La prima piattaforma in cui sono apparsa é stata LinkedIn.
Non ricordo più neanche da chi ne sentì parlare negli anni in cui vi approdai timidamente.
Era la versione in inglese e sviluppare un network da zero non fu affatto così immediato come potrebbe esserlo oggi.
Eppure senza alcuna formazione a riguardo, ma con il buon senso di chi entra in punta di piedi in un contesto del tutto nuovo, mi sono messa in gioco.
Confesso di essere stata per tanti anni poco più di una foto in vetrina.
Non avevo compreso le potenzialità dello strumento né tantomeno le modalità per integrarlo all’interno di qualunque strategia personale, che all’epoca, si riduceva più che altro alla necessità di farsi notare come professionista.
Avevo dubbi di ogni genere.
Questi i principali:
- che foto mettere;
- che titoli e informazioni inserire.
Magari fosse esistita allora Bella foto!
La domanda che mi ronzava continuamente in testa, e credimi se ti dico che è, ancora, estremamente attuale.
E ora cosa faccio qui? Cosa succederà?
Come se un cambiamento, un segnale dovesse arrivare dall’esterno.
Errore!
Per quanto mi riguarda una piccola svolta si è verificata, grazie alla formazione specifica fatta prima nel 2013 e poi nel 2016.
In realtà non mi sono mai più fermata, studio e apprezzo Linkedin, quotidianamente grazie soprattutto al mio network.
Questo per ricordarti che non importa quale percorso di studi o lavorativo tu abbia intrapreso sui social ci devi essere! Quelli più funzionali ai tuoi obiettivi.
Ad ognuno il suo…con regole e strategie!
Il mio focus però in questo contributo è decisamente sull’autostima, quindi non intendo dilungarmi su altri aspetti complementari.
Inizierei con il condividere il significato di alcuni termini che avrò modo di richiamare più volte:
AUTOSTIMA: è il modo in cui ci percepiamo. Amo immaginarla come una lente con la quale è possibile leggersi dentro ma allo stesso tempo osservarsi allo specchio. Si tratta di un costrutto psicologico di natura relazionale, il risultato delle nostre interazioni sociali. In quanto auto percezione può essere soggetta a fluttuazioni o influenze (interne ed esterne). Ci sono situazioni o persone che in misura differente possono avere un ruolo nel determinare delle variazioni di percezione di sé.
CONSAPEVOLEZZA: puoi considerarla il processo mentale attraverso il quale prendiamo contatto con la nostra autostima comprendendone punti di forza e fragilità. La capacità di guardarsi, fare i conti con se stessi per quello che siamo, senza filtri! Un termine molto pertinente soprattutto quando si parla di lavoro e carriera.
PERSONAL BRANDING: è un insieme di azioni che contribuiscono a creare e definire l’immagine sociale di una persona. Dovrebbe essere il risultato di una serie di scelte consapevoli e di una strategia legata a degli obiettivi ragionati. Una dimensione che non può prescindere dall’autenticità ma che può essere orientata sapientemente per valorizzare gli aspetti e le caratteristiche per le quali desideriamo essere riconosciuti.
Adesso che abbiamo gli strumenti per metterci a lavoro scopriamo insieme come trovare un equilibrio tra chi sei e il come vuoi essere visto e considerato dagli altri.
Autostima e immagine digitale
Perché è fondamentale il modo in cui ti vedi e ti consideri come professionista?
Non sottovalutare questa domanda, e la chiave d’interpretazione che vi attribuirai.
Dalla risposta probabilmente dipenderà la tua carriera!
La tua autostima e la capacità di prendervi contatto attraverso la consapevolezza sono gli elementi che potranno fare la differenza quando:
- sarai chiamato a fare delle scelte nel lavoro come nella vita;
- dovrai decidere cosa raccontare di te ad un appuntamento importante;
- pubblicherai contenuti sui tuoi profili social;
- comunicherai le tue idee o proposte di valore al mondo!
L’immagine digitale considerala un’opportunità per esprimere in modo autentico chi sei e quali sono i tuoi tratti distintivi.
In più occasioni ti ho parlato dello Standing digitale che riassume più dimensioni e comportamenti che favoriscono nell’Altro la formazione di un’idea su di te.
Come sai le impressioni su qualcuno sono dei processi immediati e che tendiamo a trattenere in memoria a lungo fino a prova contraria.
Cosa cambia sul web in cui non è possibile stringersi la mano?
Direi poco in materia di formazione di idee!
Piuttosto abbiamo il rischio che le informazioni e i contenuti su di noi rimangano sempre lì disponibili per la consultazione.
Con lo Standing digitale infatti mi riferisco a:
- fotografia
- cura dei profili social attivi
- contenuti divulgati (testi, foto, video);
- interazioni e presenza sui social network e community.
Di cosa parli? Che immagini scegli per raccontarti o esprimere la tua visione della vita o della carriera?
Quali passioni o interessi coltivi? Cosa acquisti? Il tuo brand del cuore? Segui la Ferragni?
Potrei continuare all’infinito, ma ho reso l’idea.
Contribuisce significativamente alla creazione della tua reputazione digitale (leggi qui la recensione di 5 libri sulla web reputation!).
Come può influire l’autostima in questi processi?
- nella scelta di cosa, come e quanto comunicare di se stessi e del proprio valore!
- sui risultati!
Se non ti piaci, non ti fidi delle tue capacità inevitabilmente passerà, alla stregua di un filtro, in ogni tua comunicazione.
L’autostima emerge da un cv, da un profilo Linkedin, dalle scelte che condizionano la tua presenza digitale.
Spesso nelle mie consulenze mi rendo conto di vedere competenze, risorse e potenzialità che l’Altro fa fatica a riconoscere e valorizzare. Aiutare i miei compagni di viaggio a riappropriarsi di quello che è loro o che potrebbero scoprire ben presto di se stessi è il motivo per il quale continuo ogni giorno a fare il mio lavoro.
La vita online ci impone consapevolezza!
Nessuno vuole o si aspetta da te fuochi d’artificio. Abbiamo piuttosto tutti un sano bisogno di autenticità umana e professionale.
No, credimi non sto esagerando e ti sarà ancora più chiaro quando ti parlerò di due dei più diffusi deficit dell’autostima e dei meccanismi mentali ad essa collegati.
Ti consiglio di vedere a riguardo queste due commedie che in modo leggero vanno dritte al punto:
- Come ti divento bella (leggi qui la mia recensione);
- Ricomincio da me (qui la mia breve sintesi e le frasi d’ispirazione tratte dal film).
Probabilmente le avrai già viste ma con occhi diversi, ritorna sull’argomento e parliamone.
Sei tu l’artefice dell’80% dei tuoi successi…dai su non ho detto il 100% ma in fondo è quello che penso!
Parlando di lavoro e carriera non posso che invitarti a vivere l’esperienza del Bilancio di competenze per iniziare a fare i conti con il professionista che c’è in te!
Sai che l’autostima è presente anche quando parli di costi e retribuzione?
Leggi qui un mio contributo sul tema e alcune indicazioni su come trasferire il proprio valore distintivo in fase di negoziazione commerciale.
Il tema ti è piaciuto?
Hai sentito una certa risonanza rispetto alla tua esperienza personale?
Se ti va parliamone, scrivimi. Se si parla di autostima mi trovi sempre pronta a confrontarmi!
Adesso scopri con me gli estremi di un continuum relazionale che può essere dannoso per la tua serenità personale ma anche per il tuo portafoglio.
I disturbi dell’autostima più diffusi che possono influenzare il personal branding
Ne avrai sentito parlare sicuramente sul web e indistintamente da professionisti di tutte le estrazioni formative.
La mia è chiaramente una lettura psicologica, trattandosi di deficit e disturbi del pensiero. Mi sono ripromessa di non esagerare perché ne stiamo comunque parlando in relazione alla cura della presenza digitale e alla conseguente strategia di personal branding che può derivarne.
Inizierei da quello noto come Effetto Dunning Kruger che può essere definito un pregiudizio cognitivo.
Le persone che ne sono affette tendono a sovrastimare le proprie capacità e competenze.
Un disturbo che alla base ha una scarsa consapevolezza di sé.
Una carenza di capacità metacognitive comporta, in questo caso specifico, un atteggiamento da parte di chi ne è affetto:
- sovrastima dei propri livelli di abilità;
- mancato riconoscimento delle reali e autentiche abilità e competenze degli altri;
- incapacità di riconoscere i propri errori e le carenze personali (professionali).
Un altro elemento caratteristico è quello relativo all’errata convinzione che una conoscenza parziale è equiparabile a una competenza strutturata. O meglio i soggetti affetti ritengono di sapere tutto quello che c’è da sapere su di un dato aspetto.
Non mi dire che non hai già in mente qualcuno? Confessa!
Scherzi a parte il pericolo non è solo per chi incappa in un professionista che ne è affetto ma è principalmente per il diretto interessato che si troverà spesso in difficoltà quando sarà chiamato a valutare le situazioni o a prendere delle decisioni.
Affascinante, non trovi?
Conosci la Sindrome dell’impostore? Sono sicura che ne avrai sentito parlare.
Non ancora presente sul DSM è comunque riconosciuta dalla comunità scientifica.
Un disturbo che provoca in chi ne soffre un turbinio di emozioni e sensazioni spesso dolorose:
- inadeguatezza rispetto a compiti specifici o situazioni;
- ansia;
- sensi di colpa;
- paura di essere smascherati;
- paura;
- stress e forte tendenza ad andare in burnout.
Apparentemente autoironico nel privato soffre e si tortura con pensieri negativi di autosvalutazione.
A poco o forse a nulla servono gli incoraggiamenti e le dichiarazioni di stima esterne.
Un circolo vizioso di perfezionismo esasperato ai massimi livelli.
Questo deficit, più dell’Effetto Dunning Kruger, è collegato ai livelli di autostima, e spesso, è, nelle patologie, riconducibile ai disturbi di personalità evitante o dipendente.
Come potrai immaginare non sarà affatto semplice sviluppare una strategia di personal branding con un soggetto che non crede nel suo valore.
Sarà costantemente alle prese con un conflitto che sarà alla lunga evidente anche a chi gli sta vicino.
Ti starai chiedendo probabilmente se si può fare qualcosa per la propria autostima.
La risposta è sì!
Perché dovresti prendere in considerazione questa possibilità?
Per il tuo benessere e per realizzare i tuoi obiettivi nel lavoro come nella vita di tutti i giorni.
Vuoi sviluppare una strategia per stare meglio e farti conoscere per quello che sei?
Scrivimi e ne parliamo se ti va!
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