Lavorare da casa e il diritto alla disconnessione

Lavorare da casa e il diritto alla disconnessione

Come lavorare da casa e prendersi cura di sé

Lavorare da remoto o nella modalità di smart working in Italia fino allo scorso anno era, così in larga scala, quasi impensabile.

Considerato un benefit e non un’opzione è stato timidamente introdotto in via sperimentale anni addietro quasi esclusivamente da alcune aziende, per lo più multinazionali.

La Risoluzione UE del 21 gennaio 2021 a tutti gli Stati membri il riconoscimento del diritto alla disconnessione come fondamentale, quale tutela della salute del lavoratore.

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Eppure ad un anno da questa rivoluzione organizzativa, non scelta né tanto meno programmata, il fenomeno ha assunto proporzioni importanti e ha generato scenari professionali quanto personali inimmaginabili. Il cambiamento ha portato con sé numerosi impatti positivi:

  • equilibrio e maggiore flessibilità per la gestione della vita familiare;
  • contenimento dei costi per il lavoratore (spostamenti, abbigliamento, pause caffè/pasti);
  • opportunità di seguire regimi alimentari difficili da applicare fuori casa;
  • recupero del tempo?

D’altra parte non sono da trascurare gli aspetti negativi di una vita professionale che si sviluppa quasi esclusivamente tra le mura domestiche:

  • la gestione del tempo. Siamo sicuri di gestirlo bene?!
  • l’isolamento sociale e ridotte opportunità di relazione offline;
  • difficoltà a disconnettersi con il disagio che può derivarne;
  • routine per eccellenza!

In questo breve contributo che fa parte dello speciale Home office di Lavoro con Stile ti parlerò specificamente del diritto alla disconnessione per evitare un rischio spesso sottovalutato: l’affaticamento mentale!

Con l’augurio e l’invito a metterti sempre al primo posto e a volerti bene, ti aspetto come sempre nei commenti se ti va.

Lavorare da casa e il rischio di affaticamento mentale

Probabilmente anche tu, come me, sarai arcistufo di sentir parlare tutti di stress!

Prima era un appannaggio di noi psicologi, nel tempo chiunque si affida alla carta dello stress a volte per fare diagnosi altre per giustificare atteggiamenti o situazioni.

Ed in effetti i tempi sono cambiati e sarebbe assurdo paragonare il nostro stile di vita con quello dei nostri genitori, senza andare troppo lontano.

Ritmi e stimoli sono nettamente superiori, a volte imposti, altre scelti liberamente.

Ecco che l’affaticamento mentale non è poi così improbabile in una società come la nostra.

Potresti essere affaticato mentalmente se riscontri i seguenti sintomi fisici:

  • sperimenti la terribile esperienza dell’insonnia;
  • accusi dolori muscolari o addominali;
  • affronti il disagio della colite o della diarrea;
  • rilevi un evidente abbassamento delle difese immunitarie;
  • ti accorgi di avere un’accelerazione del battito cardiaco;
  • percepisci una debolezza articolare;
  • senti un frequente bisogno di urinare;
  • soffri più spesso o per la prima volta di emicrania.
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Come puoi immaginare potresti avere anche dei correlati sintomi psicologici quali:

  • irritabilità;
  • bassa concentrazione;
  • scarsa capacità di memorizzazione;
  • vuoti di memoria;
  • spossatezza e continuo senso di pesantezza.
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Perché succede tutto questo?

Il tuo corpo ma soprattutto il cervello non riesce a reggere uno stress prolungato tanto da non riuscire ad elaborare correttamente tutte le varie informazioni da cui è sollecitato.

In alcuni casi la difficoltà a leggere il problema ma soprattutto a porvi rimedio può influire sulla comparsa di forme di disagio psicologico più significative (come ad es. l’ansia, ma anche altri disturbi).

L’affaticamento mentale è un rischio reale e da non sottovalutare!

Lo è per qualunque lavoratore.

Scopriamo perché potrebbe interessare in particolar modo chi lavora da casa.

Perché la disconnessione è un diritto che ci fa bene

Come ti ho anticipato nella breve introduzione con la Risoluzione UE del 21 gennaio 2021 è stato raccomandato a tutti gli Stati membri il riconoscimento del diritto alla disconnessione come fondamentale, da considerare una conditio sine qua non per la tutela della salute mentale e fisica dei lavoratori.

La decisione di procedere con un’indicazione perentoria in tale direzione è giunta in relazione agli studi condotti da due istituti di ricerca autorevoli:

  • ILO (International Labour Organization);
  • Eurofound (Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro).

Sarebbe emerso che quei lavoratori che lavorano prevalentemente nella modalità smart working lavorano di più rispetto a chi è in sede, dormono di meno e sono sottoposti ad un forte carico di stress.

I dati descrivono un’elevata percentuale di lavoratori che: lavora stabilmente oltre l’orario di lavoro, nel tempo libero e senza le necessarie e consentite pause.

Nel testo della Risoluzione UE del 21 gennaio 2021 è insito un chiaro allarme ma anche un monito esplicito diretto alla Commissione e agli Stati membri di mettere in pratica l’analisi di queste problematiche e di correre ai ripari con una specifica normativa comunitaria e a seguire anche nazionale.

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Questo come dovrebbe tradursi nella quotidianità lavorativa?

Con comportamenti che favoriscano un uso responsabile e misurato dei dispositivi elettronici.

Attenzione! Da ambo le parti:

  1. I datori di lavoro, infatti, non dovrebbero imporre ai propri dipendenti di essere raggiungibili al di fuori dell’orario di lavoro;
  2. i lavoratori dovrebbero astenersi dal continuare a rispondere e/o contattare i colleghi a scopi lavorativi al di fuori dell’orario di lavoro concordato.
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Quindi?

Un primo passo potrebbe essere quello di condividere un regolamento o più semplicemente informare i colleghi e collaboratori sulle loro condizioni di lavoro e sulla possibilità di invocare il proprio diritto alla disconnessione.

Affinché non finisca come sempre a tarallucci e vino sarebbe opportuno che l’informativa diffusa, nel caso delle aziende, dunque, dal datore di lavoro possa contenere tutti i parametri comportamentali da adottare per poter esercitare tale diritto.

Non ultimo dovrebbero essere chiarite le modalità pratiche per scollegarsi dagli strumenti digitali a scopi lavorativi, compresi gli eventuali strumenti di monitoraggio o controllo connessi al lavoro o le modalità di registrazione dell’orario di lavoro.

Per non parlare poi della possibilità di inserire il dettaglio direttamente all’interno del contratto di lavoro o di uno specifico allegato da considerarsi parte integrante.

Il mio invito resta sempre quello di non aspettare che siano gli altri a prendersi cura di te ma di impegnarti a creare la routine perfetta per lavorare bene da casa e salvaguardare la tua salute mentale e fisica.

Alcuni consigli per lavorare da casa e stare bene

Siamo arrivati al momento dei consigli che nello speciale Home office sono parte integrante dei contributi.

Per prima cosa alcuni accorgimenti per tutelarti sul piano della salute fisica:

  • cominciare a ridurre il carico di lavoro;
  • migliorare la qualità del sonno, dormendo almeno 8 ore a notte;
  • fare sport;
  • mangiare sano;
  • bere meno bevande eccitanti (ad esempio il caffè, alcool);
  • diminuire il fumo.
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Lavorare e assumere un corretto stile di vita influirà positivamente non solo sul benessere fisico ma anche mentale.

Prenditi cura di te e concediti dei momenti di assoluto relax!

Per lavorare da casa bene e in modo produttivo ci sono anche altri elementi su cui potresti intervenire:

  • la postazione di lavoro, punti luce compresi. Leggi il mio articolo Come creare l’ufficio in casa.
  • introdurre pause fisse! Flessibili chiaro, ma mettile in calendario.
  • se continua a riempirti l’agenda come un uovo senza neanche uno spazio per un bicchiere d’acqua e un pit stop al bagno inserisci tu degli slot per: prendere fiato, svolgere delle attività che necessitano di concentrazione.
  • ordine! Non scherzo. Non confondere gli spazi lavoro-casa. Se hai problemi di spazio, opta per soluzioni a scomparsa. Il mio ufficio sta perfettamente dentro un’anta di un mobile basso in soggiorno!
  • affidati a pochi tools ma che ti consentano di ottimizzare energie e qualità. Fai un po’ di pulizia digitale: account, mail, desktop. Provaci sarà un vero sollievo.
  • proteggi i tuoi occhi! Io uso colliri e lenti blue blocker che ho recensito per te.

Ultimo consiglio tratto dall’ultimo libro di Marie Kondo, Lavorare con gioia, e che voglio condividere con te.

“Immagina una situazione lavorativa in cui stai bene e per te ideale”…una volta che riesci a visualizzarla, giorno dopo giorno, aggiungi singoli tasselli affinché diventi realtà.

Questo esercizio puoi farlo su diversi aspetti della tua vita. Fallo ti sentirai subito meglio.

Non sottovalutare i primi segnali dell’affaticamento mentale, rispetta tu per primo il diritto alla disconnessione e impegnati a costruire ogni giorno il tuo benessere.

A proposito Dell'autore

Claudia Campisi

Claudia, 40 anni. Psicologa, Career Coach & Hr specializzata nei settori Moda & ICT. Inevitabilmente Blogger, appassionata di lettura e alla costante ricerca di nuovi tools digitali da provare e condividere…meglio se a costo zero. Mamma, autrice e nomade digitale. Il mio motto non può che essere Smile is Chic!

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