Intervista a Silvia Zanella
Silvia Zanella si racconta e ci regala alcune anticipazioni del suo Il futuro del lavoro è femmina
Su Lavoro con Stile sono grata e felice di poter ascoltare e condividere con te l’intervista di Silvia Zanella.
Avrai l’opportunità di conoscerla soprattutto come Autrice de Il futuro del lavoro è femmina il suo ultimo e straordinario libro.
Professionista e pioniera del dibattito di spessore sul tema del lavoro è il mio modello da anni ecco perché tanta emozione e gioia nell’averla ospite qui.
Silvia è una manager, giornalista e autrice che ha saputo fare della propria passione un lavoro arricchente e di ispirazione per tutti noi.
Sul nostro blog già presente con i suoi testi, #Social Recruiter e il più recente #Digital Recruiter, davvero preziosi, non solo per chi si occupa di progetti di talent acquisition e recruiting, ma anche per chi segue l’area del marketing e della comunicazione interna.
Non dimentichiamo, infine, Personal Branding per l’Azienda, uno strumento ricco di suggestioni e indicazioni pratiche, che ti ho già consigliato in approfondimenti precedenti sul personal ed employer branding.
Dai su gustiamoci insieme l’intervista di Silvia Zanella e come sempre se ti va ti aspetto nei commenti.
Conosciamo meglio Silvia Zanella
C. Parlaci della tua identità professionale, di cosa ti occupi.
S. Mi occupo e scrivo di futuro del lavoro. Ciò significa da un lato che come professione curo l’employeer experience della mia società. Questo vuol dire prestare attenzione a tutti i processi legati a come una persona entra in contatto con l’azienda, ci vive e infine la lascia. Dall’altra parte invece, ho una vasta attività editoriale di scritti, eventi, formazione e quant’altro legate sempre al futuro del lavoro.
C. C’è stato un momento in cui hai deciso di occuparti delle attività che preferisci e in cui pensi di poter dare il massimo?
S. In realtà no, sono arrivata a Milano pensando di occuparmi, appunto, di comunicazione, giornalismo, ma non con un focus specifico sul lavoro. Ho avuto il grande privilegio di poter entrare subito in un’azienda, Jobpilot, che si occupava sia di recruiting online ma al contempo era anche una testata giornalistica. Questo mi ha permesso di appassionarmi al tema che poi non ho più voluto abbandonare.
C. Svelaci il tuo segreto per vivere in equilibrio tra tempi di vita e lavoro
S. Il vero segreto è non pensarla in ottica di equilibrio e/o di bilanciamento ma di integrazione.
Purtroppo sperare di separarli troppo almeno nel mio caso sarebbe veramente complicato anche perché faccio un lavoro che mi piace molto. Nel mio tempo libero mi piace informarmi, leggere, partecipare il più possibile a discussioni sul tema e studiare. Quindi per me distinguere le due dimensioni sarebbe abbastanza complicato. Quello che invece però sostengo è che mi piace avere dei momenti dedicati all’una o all’altra sfera. In questo senso sono abbastanza rigida, dove posso, mi ritaglio, appunto, dei momenti per me, per la mia famiglia, per le mie passioni.
C. Potresti fornirci una tua definizione di smart working
S. Per me lo smart working è un modello che vede da un lato deleghe, fiducia e dall’altro impegno e responsabilizzazione.
Ha, dunque, a che fare con una diversa gestione del tempo, degli spazi e dei modi di lavorare. È importante creare una strategia e un’alleanza vincente sia lato azienda che del lavoratore.
Lo smart working non equivale minimamente a lavorare da casa, ma scegliere il modo, il tempo, lo spazio migliore per creare valore indipendentemente da dove si trovi.
Silvia Zanella e Il futuro del lavoro è femmina
C. Com’è nata l’idea di scrivere Il futuro del lavoro è femmina
S. Scriverlo è partita da una sollecitazione da un lato degli organizzatori del TEDxDarsena che mi hanno chiesto di proporre un mio speech sul futuro del lavoro legato all’etica e alla tecnologia.
Dall’altro Bompiani che avendo letto alcuni miei articoli e post mi ha chiesto di fare una riflessione appunto più articolata su questi temi.
Nasceva, inoltre, un po’ da una rabbia, a monte, legata al vedere il tema del lavoro molto bistrattato, comunque visto soprattutto in un’ottica molto assistenzialista e poco propositiva per le persone. Per non dire antiquato.
Mi irritava, poi, vedere la questione del lavoro trattata con una lente del 900’, quando in realtà dovremmo essere entrati a tutti gli effetti nel XXI secolo. Nasce, insomma, un po’ da una volontà di vedere le cose e proporle con una visione un po’ diversa.
C. Cosa ne pensi della possibile correlazione tra la crisi economica, legata alla pandemia, e le difficoltà professionali riscontrate dalle donne
S. Credo che ci sia un nesso ben preciso nella misura in cui sono disequilibrati i carichi di cura e di lavoro informale nelle famiglie e di chi si debba occupare di bambini, del genitore anziano, della casa il numero di ore necessario si riflette in una richiesta di maggior congedi, nella richiesta di part-time, nella richiesta di ammortizzatori sociali legati al covid e da ultimo nella rinuncia alla propria carriera professionale. Quindi in realtà l’emergenza covid e tutto diciamo il portato che ha avuto in termini di perdita di partecipazione femminile al mercato del lavoro altro che non è che una esternazione più ampia di quello che succede già di solito.
C. Come sei arrivata alla scelta del titolo del tuo libro
S. Il titolo in realtà deriva dal TEDx precedente alla redazione del libro, sono avvenuti abbastanza in contemporanea.
Avevo bisogno di trovare un elemento di discontinuità e di identità. E quindi ho pensato che le competenze, i modi lavorare, la prospettiva fossero alla fine il modo più forte per dire che erano diversi da come erano sempre stati e che fossero femminili. Non volevo farne una questione di genere ma paradossalmente, provocatoriamente dire che così come era andata fino a quel momento forse non era una chiave che potesse narrare più efficacemente il mondo del lavoro che stava diventando.
C. Parliamo del tuo libro a quali bisogni del lettore vuoi rispondere
S. Mi piace l’idea che ciascuno ci trovi quello che stai cercando in quel momento un’ispirazione nella possibilità di vedere oltre la possibilità di far venir meno alcune frustrazioni che si possano avere sia si gestisce un’azienda sia si dentro quell’azienda ci lavori. Credo che sia nell’interesse di tutti rimettere un po’ in sesto la prospettiva e ricominciare. L’emergenza sanitaria ci ha dato una grossa opportunità in questo senso, ci ha fatto vedere alcune cose e ha dato diciamo visibilità a quei problemi. Ha, inoltre, aperto delle opportunità atto e penso che sarebbe delittuoso far finta che non sia successa.
C. Un passaggio che più di altri senti tuo e ti rappresenta
S. A me piace molto il capitolo sul tempo, un po’ perché, l’ho scritto prima della pandemia, sulla fine del 2019, un po’ perché è stato come la profezia si è avverata. Nel senso che si è giunti a una differente gestione del tempo, sia nel qui e ora della quotidianità, sia nel lungo periodo, che è quello che, secondo me, impatterà di più soprattutto nella vita delle persone e nel modo in cui è organizzato il lavoro. Mi ha fatto molta impressione vedere appunto che, qualcosa che era considerato fantascientifico qualche mese prima, ovvero, un’organizzazione personale del tempo, si sia reso possibile, almeno potenzialmente, soltanto qualche mese dopo.
Alcuni aneddoti su Il futuro del lavoro è femmina
C. Quale messaggio vorresti arrivasse ai tuoi lettori?
S. Vorrei che arrivasse il messaggio che il futuro del lavoro si disegna insieme che non è predeterminato. Abbiamo una grande possibilità di dare focus al suo valore e a non incartarci in profezie apocalittiche sulla tecnologia, che di fatto non trovano poi riscontro. Mi piacerebbe che ognuno, infine, si sentisse empowered e pronto a costruire il proprio pezzettino.
C. Raccontaci un aneddoto relativo alla redazione del tuo Il futuro del lavoro è femmina
S. Riguarda la fase subito precedente alla sua pubblicazione. Sul finire del 2019 alcuni temi che avevo deciso di affrontare potevano apparire prematuri, quasi fantascientifici, soprattutto in quei contesti organizzativi in cui generalmente vige l’idea del “si è sempre fatto così”. Il sopraggiungere della pandemia e lo slittamento della data di pubblicazione, ha fatto sì che riuscissi a corredare il testo di ulteriori contenuti e riflessioni, legati all’esperienza diretta di ciò che stavamo vivendo nonché alla trasformazione a cui il mondo del lavoro è andato incontro in tempi molto rapidi.
Dove possiamo incontrare Silvia Zanella
C. Dove possiamo incontrarti? Ci daresti qualche anticipazione su nuovi eventuali progetti
S. Puoi incontrarmi naturalmente online sui miei profili social.
Ho un’attività abbastanza importante su Linkedin e sono stata da poco nominata Linkedin Top Voice Lavoro in Italia. Sono presente su Instagram e su Twitter e ho una pagina che si chiama Futuro del lavoro su Facebook. Sul mio sito silviazanella.com oltre a scrivere i miei post trovate anche tutte le indicazioni di eventi a cui partecipo, e nonostante il covid, sono almeno uno a settimana.
Ringrazio Silvia per la generosità con cui si è raccontata e per le anticipazioni e gli aneddoti che ha saputo regalarci del suo Il futuro del lavoro è femmina.
Continua a seguirci perché la nostra Autrice potrebbe essere una delle prossime ospiti delle Live Lavoro con Stile!
Mi raccomando leggi tutti i suoi libri e tieniti pronto!
Se fossi in te non mi farei scappare l’opportunità di ascoltarla.
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