Inside out Gioia e le altre emozioni a lavoro

Inside out Gioia e le altre emozioni a lavoro

La parola alle emozioni

Ti propongo una breve recensione del film, Inside out, con l’idea di soffermarmi, soprattutto, su alcuni elementi di riflessione utili, non solo, nelle relazioni affettive ma anche in quelle lavorative.

Hai già avuto modo di vedere o leggere la storia?

Bene mettiti comodo su La poltrona racconta.

Pensavo di proporti, subito, un richiamo veloce alla trama per poi soffermarmi sulle considerazioni legate alla sfera emotiva dei giorni che stiamo vivendo e sulla percezione personale di sicurezza.

Riley e il quartier generale

In Inside out si assiste scena dopo scena allo sviluppo del percorso di maturità emotiva della protagonista Riley.

Una bambina, figlia unica, che vive serenamente con la sua famiglia nel Minnesota.

Tutto va a meraviglia fin tanto che il padre, ricevuta una promozione sul lavoro, non decide di accettare e trasferirsi a San Francisco.

Ogni aspetto della storia passa sotto la doppia lente della protagonista e dei suoi genitori ma anche e soprattutto delle sue emozioni che lavorano per la sua stabilità presso il quartier generale.

Gioia, Tristezza, Rabbia, Paura e Disgusto vegliano su Riley da quando è nata.

Ma come nella realtà di tutti i giorni il colpo di scena è dietro l’angolo.

Cosa può metterci in crisi?

Un cambiamento, qualunque sia la sua natura.

Cresciamo noi e chi ci circonda, mutano esigenze, prospettive e gli strumenti che abbiamo per affrontarli.

In Inside out tutti i personaggi sono coinvolti in un viaggio verso la consapevolezza e l’equilibrio: Riley, i suoi genitori ma anche le 4 emozioni.

Ecco alcuni spunti che il regista è in grado di comunicare in modo immediato e leggero:

  • esistono emozioni con “sfumature” diverse, che possono essere positive e negative;
  • l’impegno per raggiungere un equilibrio personale è un obiettivo valido per tutti e quotidiano;
  • nell’incontro con l’Altro ognuno condivide qualcosa di sé e del proprio vissuto;
  • la comunicazione è un ottimo strumento capace di veicolare tante emozioni ma non è infallibile.

Nella storia non mancano simboli che richiamano i passaggi propri del ciclo di vita generazionale.

Riconoscere le emozioni per accoglierle

In questo particolare momento storico un tema che sta acquisendo una rilevanza sociale notevole è proprio quello della capacità o meglio della possibilità di esprimere e dare significato agli stati emozionali.

I professionisti della salute mentale, con i loro specifici strumenti, si sono messi a disposizione, in molti casi su base assolutamente volontaria, per contribuire al fronteggiamento dell’emergenza sanitaria.

Il disagio psicologico e le fragilità ad esso collegato rappresentano un bisogno costante, acuito oggi, dagli accadimenti recenti che ci accompagneranno, ancora a lungo, quali risposte a situazioni prolungate di stress.

L’insegnamento più forte e denso di significato che possiamo ricavare dalla visione del film è che ogni emozione ha pari dignità, un suo ruolo fondamentale nell’equilibrio complessivo di ogni persona.

Il personaggio di Gioia ci richiama all’autenticità che non è fatta solo di sensazioni gradevoli, felici e appaganti. Lottare contro Tristezza quasi negandole qualunque funzione ha contribuito alle criticità che hanno trasformato la storia in un’avventura rocambolesca, una corsa contro il tempo per proteggere ciò che di più caro abbiamo: le emozioni stesse.

Una storia che racconta con colore e tanta fantasia dei processi di pensiero e un funzionamento emotivo in parte simili nella realtà.

Cosa comprendono le 5 emozioni?

Che la collaborazione, l’integrazione e il rispetto dei loro ruoli differenti ma complementari genererà equilibrio e benessere in Riley.

Le emozioni al lavoro

Nella storia il tema della reciprocità e della comunicazione è esplorato sempre sul doppio livello, interno al quartier generale ed esterno tra i componenti della famiglia.

Una scena buffissima che rende l’idea di ciò che accade esattamente tutte le volte che ci troviamo di fronte a un’altra persona è quella in cui Riley, mamma e papà discutono animatamente.

In quel momento il genio dell’Autore ci mostra le emozioni in fermento di tutti i protagonisti coinvolti e con le caratterizzazioni atte a farcele identificare (baffi per il padre, occhiali per la madre).

Impossibile non sorridere e constatare, al contempo, quanto è vero che ognuno funziona in modo diverso e nella relazione, influisce, in misura differente, sugli stati emotivi dell’Altro e di conseguenza sulle sue reazioni.

Un tema questo che trasferito nei rapporti compreso quelli professionali può farci riflettere sulla natura di molte criticità all’interno ad es. dei team.

La comunicazione verbale e non verbale rappresenta l’unico strumento di mediazione per sviluppare un clima di reciprocità e di riconoscimento dell’Altro in quanto essere unico e distinto.

Per evitare cioè di attribuire il nostro vissuto emotivo agli altri.

La situazione che stiamo vivendo a livello mondiale con l’emergenza sanitaria legata alla pandemia ci deve far riflettere su quante possibili reazioni ci possono essere al medesimo stimolo-problema, quali strategie in campo e quali segni, infine, rimarranno indelebili tra i ricordi.

In questi giorni si progetta la fase di ripartenza a livello globale dell’economia ma quello che non dobbiamo trascurare è l’emergenza sociale che continuerà a rappresentare un bisogno da accogliere e gestire.

Il tema della sicurezza sul lavoro, indubbiamente, gioca un ruolo principale nella macchina produttiva ma che succede sul piano psicologico. Per sentirsi sicuri sono sufficienti i DPI o serve altro?

Le sollecitazioni talvolta drammatiche a cui abbiamo dovuto rispondere hanno generato reazioni forti legate all’archetipo della sopravvivenza stessa.

L’invito che ti rivolgo e non importa quale sia il tuo ruolo professionale è di ascoltare, accogliere e cercare di dare significato alle emozioni quelle che ti appartengono come anche quelle di chi ti circonda.

Una maggiore consapevolezza potrà aiutarti a intravedere la soluzione più adeguata per affrontare con serenità e determinazione ogni passo.

Se non hai visto il film ti consiglio assolutamente di farlo accederai a una miniera inesauribile di spunti, chiavi di lettura da investire subito nella tua storia personale con leggerezza e un tocco d’ironia.

A proposito Dell'autore

Claudia Campisi

Claudia, 40 anni. Psicologa, Career Coach & Hr specializzata nei settori Moda & ICT. Inevitabilmente Blogger, appassionata di lettura e alla costante ricerca di nuovi tools digitali da provare e condividere…meglio se a costo zero. Mamma, autrice e nomade digitale. Il mio motto non può che essere Smile is Chic!

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