
Giornata mondiale contro la violenza sulle donne 2020

Dati nazionali aggiornati sulle vittime e i nuovi reati del Codice Rosso
Il 25 Novembre ricorre la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
È un’occasione per fare i conti con:
- i numeri ancora troppi alti delle vittime;
- i dati che ci offrono il dettaglio delle forme di violenza che continuano ad arricchirsi di nuove sfumature perverse e temibili;
- l’impatto del Covid-19 su una criticità che ha subito l’incremento di episodi drammatici tra le mura domestiche;
- i provvedimenti e le azioni da intraprendere per aumentare il livello di tutela.
Cos’è cambiato dall’introduzione del Codice Rosso?
La violenza psicologica? A chi poter chiedere aiuto?
In questo breve contributo ti proporrò alcune riflessioni sul tema cercando di dare risposta a queste domande.
Se ti va, ti aspetto, come sempre, nei commenti per confrontarti!
Dati 2020 sui reati di cui sono vittime le donne e i nuovi reati introdotti dal Codice Rosso
Per te una breve nota sul Codice Rosso introdotto dalla Legge 19 luglio 2019, n. 69 in vigore poi dal 9 Agosto 2019 che oltre ad intervenire, sul codice di procedura penale in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere, introduce ben 4 nuovi reati:
- revenge porn: diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso delle persone rappresentate. Un reato digitale dagli esiti psicologici e sociali devastante per le vittime.
- deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso: ad es. con acido, tagli, percosse.
- costrizione o induzione al matrimonio.
- violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa.

L’aspetto che fa ben sperare è l’inasprimento delle pene e la velocizzazione dei processi per mettere in salvo le vittime e allontanare l’aggressore.
Pochi giorni fa sul tema si è espressa brillantemente Chiara Ferragni (ascoltala qui) che ha scelto Instagram intuendo la portata di diffusione di un messaggio che riguarda anche le generazioni più giovani stando ai dati.
I numeri a livello nazionale nel periodo compreso tra Agosto 2019 e Luglio 2020:
- 90 processi già definiti in primo grado (65 in udienza preliminare, 25 in tribunale – al netto dei decreti di archiviazione e dei decreti che dispongono il rinvio a giudizio);
- 120 processi in corso in fase dibattimentale;
4000 indagini sui nuovi reati del Codice Rosso così suddivisi:
- 2735 casi di violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa;
- 1083 solo quelli emersi e denunciati di Revenge porn;
- 82 deformazioni del viso;
- 32 storie di costrizione o induzione al matrimonio.
Violenza psicologica sulle donne
La violenza psicologica è probabilmente la forma più crudele e subdola dalla quale difendersi.
Perpetrata tra le mura domestiche, ad opera dei familiari, di chi dovrebbe amarci e proteggerci, come anche da estranei, se non addirittura da perfetti sconosciuti.
Tra i sintomi più evidenti da non lasciare inascoltati:
- Ansia;
- Paura;
- Depressione;
- Senso di inferiorità e soggezione.
Per la violenza psicologica esiste la stessa possibilità di denunciare che esiste per le forme che colpiscono fisicamente il corpo. Non bisogna sottovalutare il rischio che si sta correndo.
È opportuno recarsi negli uffici delle Forze dell’Ordine e denunciare.
La denuncia può essere effettuata in forma orale o scritta.

Potrebbero tornarti utili a sostegno del tuo racconto delle prove come ad esempio:
- Registrazioni di chiamate e sms.
- Produzione di foto.
- Presentazione di testimoni.
- Registrazioni audio o video dei comportamenti della persona che attua le aggressioni nei tuoi confronti.
Qui è fondamentale la rete di persone e relazioni all’interno della quale è inserita la vittima.
Sovente quest’ultima non si rende conto neanche di subire violenze (eccetto in casi eclatanti come lo stalking).

Alcuni esempi di violenza a forte impatto psicologico:
- Stalking: un insieme di atti di violenza psicologica e fisica ad opera dello stalker che non vede l’Altro come un soggetto autonomo e indipendente, ma come un prolungamento di Sé. Da tale considerazione si sente legittimato a possederlo al pari di un oggetto anche contro la sua volontà.
- Brainwashing Process: un vero e proprio lavaggio del cervello il cui fine è quello di assoggettare la persona alle esigenze e richieste dell’altro. Tra le varie tipologie di coercizioni perpetrate: l’isolamento, gli attacchi imprevedibili, le false accuse, le umiliazioni, le minacce.
- Gaslighting: una forma di violenza che non è fatta di rabbia espressa, piuttosto insidiosa, fatta di silenzi ostili alternati a parole capaci di minare la propria sicurezza personale o più precisamente l’autostima. Cosa rende cieca la vittima? L’amore, che nel tempo lascia il posto a cattiveria, manipolazione e in casi estremi alle molestie.
Gli aspetti più dolorosi sono legati, talvolta, alla portata dei danni che la vittima subisce a carico della propria salute mentale e all’autostima.
Ecco perché non bisogna avere dubbi: bisogna chiedere aiuto e denunciare!
Numeri utili per denunciare casi di violenza sulle donne
Chiedere tempestivamente aiuto e supporto mai come in questo caso può fare la differenza!
Insieme ai numeri d’emergenza più noti: 112, 113 e 118, la Rete Nazionale Antiviolenza a sostegno delle donne vittime di violenza ha istituito il seguente numero 1522:
- è garantito l’anonimato;
- un call center attivo 24 ore su 24!
- con operatori multilingue pronti ad accogliere le richieste di tutti;
- in grado di fornire supporto psicologico e giuridico;
- capace di dispensare informazioni su associazioni e operatori locali del territorio di riferimento.
Come non ricordarsi a riguardo i casi di quelle donne che si sono salvate grazie all’intervento immediato delle Forze dell’Ordine con telefonate in cui hanno finto di ordinare delle pizze per cena.
Così come tutte quelle che non ce l’hanno fatto alle quali ogni anno va il mio pensiero e a cui dedico puntualmente il Manifesto di protesta e memoria “Posto occupato”.
Puoi aderire anche tu!

Come?
Scaricando qui la locandina da adagiare ad es. in una sala d’aspetto, a un tavolo.
La prima volta che l’ho vista, dopo i brivi dopo aver compreso di cosa si trattava, ne fui subito rapita per il valore civile capace di sviluppare con un piccolo gesto che comunica tantissimo.
Perchè?
E’ una responsabilità e personalmente non intendo tirarmi indietro!
Perché nessuna deve essere dimenticata.
Ti aspetto nei commenti come sempre se ti va!
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