Come gestire le avances sul lavoro
Cos’è un’avance e come gestirla sul posto di lavoro
Il tema delle avances é indubbiamente un tema delicato.
Lo abbiamo introdotto in occasione del lancio della nuova rubrica A lavoro? Vabbè. Mi sono fatta di peggio in modo molto soft e ironico. Il tema era esattamente quello delle Avances inappropriate.
In realtà, spesso, chi si trova nella situazione in cui é personalmente l’oggetto delle avances non è affatto in vena di scherzare sull’argomento. A causa dell’imbarazzo, del fastidio o addirittura del disagio che potrebbe derivare da una dinamica relazionale simile.
Per non andare incontro ad equivoci, però, é importante condividere in modo chiaro il significato di avances.
Un termine che può, in base al livello di spregiudicatezza e di reciprocità, rischiare di essere confuso per altro.
Una linea, effettivamente, molto sottile che esploreremo insieme.
Infine scopriremo come poter gestire le avances se il contesto è quello dell’ambiente di lavoro.
Il confronto come sai é sempre aperto.
Se ti va ti aspetto volentieri nei commenti.
Avances sul lavoro
Per prima cosa condividiamo il significato letterale del termine così come ce lo propone il Dizionario Treccani:
“avance ‹avā′s› s. f., fr. [der. di avancer «avanzare»]. – Dei varî sign. che la parola ha in francese, è noto in Italia quello di «approccio» nella locuz. fare delle avances, tastare il terreno, sondare le intenzioni (nel campo degli affari, della politica e, soprattutto, in quello diplomatico o in quello amoroso)”.
Basandoci su questa definizione è importante sottolineare come le avances in senso stretto non abbiano un’accezione negativa.
Possiamo immaginare una situazione in cui chi “tenta un approccio” manifesta un chiaro interesse per l’altra persona ricercando un contatto finalizzato a sondare e comprendere l’eventuale interesse.
Qualora scattasse una curiosità reciproca sarebbe possibile parlare di un percorso di conoscenza.
È importante non confondere le avances, pertanto, con il tema delle molestie che possono rappresentare, non necessariamente, una degenerazione patologica delle stesse.
Perché le avances possono creare situazioni equivoche?
L’equivoco nasce soprattutto nella fase di esplorazione quella in cui i due soggetti si stanno studiando per capire i messaggi l’uno dell’Altro.
Da una parte, chi tenta l’approccio pondera ogni azione cercando di mantenere una via di fuga dignitosa per contenere al massima l’imbarazzo.
Dall’altra chi è oggetto delle attenzioni sarà impegnato a:
* Accorgersi dei tentativi di approccio dell’altro;
* Essere sicuro di aver interpretato bene;
* Valutare la reazione personale alla situazione;
* Decidere come comportarsi sia in caso di interesse che in assenza di reciprocità.
Perché le avances possono creare situazioni equivoche?
L’equivoco nasce soprattutto nella fase di esplorazione quella in cui i due soggetti si stanno studiando per capire i messaggi l’uno dell’Altro.
Da una parte, chi tenta l’approccio pondera ogni azione cercando di mantenere una via di fuga dignitosa per contenere al massima l’imbarazzo.
Dall’altra chi è oggetto delle attenzioni sarà impegnato a:
* Accorgersi dei tentativi di approccio dell’altro;
* Essere sicuro di aver interpretato bene;
* Valutare la reazione personale alla situazione;
* Decidere come comportarsi sia in caso di interesse che in assenza di reciprocità.
Tutto si complica ulteriormente se le dinamiche sopra descritte hanno luogo sul posto di lavoro.
Alcune variabili da considerare:
* Habitus professionale: siamo presenti nella situazione come persone ma soprattutto come professionisti con una dimensione sociale molto forte (status, ruolo, gerarchia, responsabilità, aspettative, etc.);
* Tempo lavorativo: trascorriamo tantissime ore della giornata sul lavoro. La quantità e la qualità per quanto si muovano su binari differenti rappresentano due ingredienti entrambi dal peso decisivo per il benessere personale di un soggetto;
* Equilibrio personale: il lavoro incide considerevolmente sull’equilibrio personale, rappresentando in molti casi l’elemento trainante o differenziante nella vita del soggetto;
* Privacy: ognuno si preoccupa della propria privacy in misura diversa;
* Regolamento aziendale: in alcune aziende i rapporti extra lavorativi sono normati con regole ben definite. Nelle multinazionali, ad esempio, sono presenti protocolli specifici per quei casi in cui l’avance degenera in molestia o altre forme patologiche.
Come avrai potuto intuire l’ago della bilancia è la comprensione corretta del messaggio che ci arriva dall’altra persona.
Si tratta realmente di un’avance?
Il passo subito successivo è valutare se accogliere e ricambiare l’interesse o al contrario porre fine in maniera garbata ai tentativi di approccio dell’altro.
Sei preoccupato delle conseguenze?
È possibile che ve ne siano, ma ho per te alcuni consigli per cercare di tenere sotto controllo il problema.
Come gestire le avances sul lavoro e a chi chiedere aiuto
Sulla base di quanto detto sopra il primo passo per gestire adeguatamente le avances sul lavoro è non avere dubbi!
L’obiettivo è non fraintendere un gesto garbato, un commento, una battuta con un eventuale approccio.
Un buon elemento di valutazione: l’imbarazzo.
È pur vero che ognuno di noi ha una sensibilità diversa a riguardo ma ascolta la qualità della sensazione che hai provato nella specifica situazione.
Cambia qualcosa se il collega è una figura di responsabilità?
Beh certo. Potresti semplicemente non aspettarti quel tipo di approccio e rimanerne spiazzato.
Se, come immagino, non intendi ricambiare l’interesse ricevuto, hai alcune uscite di sicurezza, da attivare immediatamente:
* Evitare situazioni che favoriscano lo spostamento del confronto da temi professionali ad aspetti decisamente più personali;
* Qualora l’approccio comprendesse sguardi e ammiccamenti vari non lasciarti coinvolgere piuttosto orienta altrove la tua attenzione;
* Cambia toni e argomenti per sottolineare l’interesse a mantenere tutto sul piano strettamente professionale.
Se, come immagino, non intendi ricambiare l’interesse ricevuto, hai alcune uscite di sicurezza, da attivare immediatamente:
* Evitare situazioni che favoriscano lo spostamento del confronto da temi professionali ad aspetti decisamente più personali;
* Qualora l’approccio comprendesse sguardi e ammiccamenti vari non lasciarti coinvolgere piuttosto orienta altrove la tua attenzione;
* Cambia toni e argomenti per sottolineare l’interesse a mantenere tutto sul piano strettamente professionale.
Immagino che questi atteggiamenti siano più che eloquenti ma qualora l’altro non raccolga e insista potrai:
* Mostrare apertamente il tuo fastidio all’altra persona rimanendo sul piano dei contenuti dei vostri scambi. Es.: “preferirei limitarmi a parlare di lavoro”, “vorrei evitare di tornare su questo argomento non lo reputo adatto alla situazione”.
* Se percepisci una particolare insistenza, che mina la tua serenità, parlarne con il diretto interessato/a è un’opzione, aspetta prima di rivolgerti al tuo responsabile, preferisci piuttosto i colleghi HR deputati alla gestione anche di queste situazioni.
Questo genere di situazioni è bene prenderle sul serio, se appurata la sussistenza, per vivere meglio la propria giornata lavorativa.
Essere chiari e coerenti è utile anche per l’Altro.
Probabilmente passata una normale delusione tutto tornerà come prima o si concluderà con un tacito allontanamento.
Non saresti né il primo né l’ultimo a trovarti in una situazione simile.
Cosa, invece, dovrai evitare?
Trasformare la vicenda in un pettegolezzo. Potresti ferire e danneggiare l’altra persona ma anche te stesso e la credibilità di cui godi nel tuo ambiente professionale.
Se ti è piaciuto l’argomento condividilo pure!
Vuoi continuare a confrontarti?
Bene ti aspetto come sempre nei commenti se ti va.
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